Nel ricordo di Gelsomina Verde al Polo dei giovani

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“Questo film è un atto dovuto, da quando nel 2014 con Francesco Verde, fratello di Gelsomina, e con alcune associazioni dell’area nord, tra cui il Comitato Vele di Scampia e Insurgencia, abbiamo deciso di far nascere il Collettivo Mina, che si chiama così proprio in onore di Gelsomina Verde”. Spiega così il produttore Gianluca Arcopinto il film “Gelsomina Verde”, al centro del confronto dal titolo “Uno sguardo verso il futuro. Testimonianza di cinema di frontiera”, in programma il 3 febbraio, alle 18, al Polo dei giovani, promosso dal Centro studi cinematografici in collaborazione con il Cinecircolo Santa Chiara e dalla Caritas.
“Lo dobbiamo – prosegue Arcopinto – alle persone che continuano a combattere perché lo Stato per troppo tempo non l’ha riconosciuta vittima innocente. Lo dobbiamo a noi stessi che vogliamo continuare a trasmettere la voglia di raccontare, gettare uno sguardo verso il futuro, fare politica, ripartire ancora una volta verso nuovi orizzonti con il sogno e l’utopia di sempre. Lo dobbiamo soprattutto alla memoria del papà e alla mamma di Gelsomina, come dice il fratello Francesco “condannati all’ergastolo del dolore”, puniti più duramente degli assassini della figlia. Perché il dolore che ti spezza la vita rimane. Senza permessi, senza licenze, senza sconti, senza fine pena”. Gelsomina ha ventidue anni quando a novembre del 2004 viene sequestrata, torturata, ammazzata e poi gettata nella sua macchina. Il suo unico torto è stato quello di aver frequentato per qualche mese Gennaro Notturno, che nella complicata geografia della camorra di allora ad un certo punto aveva deciso di passare dalla parte sbagliata. La pellicola nasce da un progetto teatrale dedicato a Gelsomina Verde, fortemente voluto da Davide Iodice, uno dei più brillanti registi della scena italiana. Alla spicciolata arrivano i cinque attori giovani scelti per mettere in piedi lo spettacolo. Lavoreranno per due settimane in una full immersion che li porterà a confrontarsi e scontrarsi con i propri personaggi. E in parte anche tra di loro. Ma soprattutto li costringerà, tutti e non solo Maddalena che la interpreterà, a conoscere chi era veramente Gelsomina Verde, anzi Mina come veniva chiamata nel quartiere, la ragazza di ventidue anni che lavorava in pelletteria e che aiutava i bambini del suo quartiere a studiare. A precedere l’incontro la proiezione del cortometraggio “Sufficiente” per la regia di Stornaiuolo.
A portare i propri saluti Alfonso Bruno, presidente Centro studi cinematografici, Carlo Mele, direttore Caritas, il regista Massimiliano Pacifico, Francesco Verde, fratello di Gelsomina. A portare la propria testimonianza anche l’attrice Maddalena Stornaiuolo, nata e cresciuta nelle Vele di Scampia, nel 2020 il debutto alla regia alla Mostra del cinema di Venezia (Giornate degli autori) con il cortometraggio Sufficiente, vincitore del Nastro d’Argento. Con il suo secondo cortometraggio, Coriandoli, col quale vince il Premio Cinema Campania, il premio Sulmona Film Festival e una menzione speciale al BAFF. Ha fondato, a Scampia, la scuola di recitazione La Scugnizzeria, che offre un’alternativa alla strada agli scugnizzi del territorio e molti dei suoi allievi sono impegnati come attori in diversi film.