Non si ferma il percorso promosso da Apple Pie nella lotta contro ogni forma di discriminazione

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Non si ferma il percorso promosso da Apple Pie nella lotta contro ogni forma di discriminazione. Un percorso culminato nella prima marcia del capoluogo in difesa dei diritti lgb del maggio 2018, caratterizzato da un autentico bagno di folla, trasferitosi lo scorso anno ad Atripalda con la partecipazione di due madrine d’eccezione, Imma Battaglia ed Eva Grimaldi. Malgrado l’emergenza che vive il paese l’obiettivo è quello di mantenere alta la riflessione sul tema dei diritti, di non smettere di far sentire la propria voce. “In occasione del 17 maggio, giornata mondiale contro l’omo-bi-lesbo-transfobia – spiega Antonio De Padova, vicepresidente Apple Pie – abbiamo deciso di organizzare un confronto in Rete attraverso il quale dialogare con realtà di tutto il territorio nazionale sulle problematiche che vivono molti ragazzi gay o lesbiche in questo periodo, a partire dalla convivenza forzata con i familiari che non li accettano. Abbiamo voluto dedicare quest’incontro a Ciro Riccio, ragazzo di 42 anni, venuto a mancare una settimana fa. Sarà il suo compagno Salvatore a raccontare il dolore della perdita nel corso del confronto. Stiamo lavorando anche a un video, facendo naturalmente tutto da casa con i pochi mezzi a disposizione. Ci piaceva l’idea di sottolineare che tra quegli eroi ed eroine che ci hanno salvato la vita in questi mesi, che hanno lavorato senza sosta per combattere il virus ci sono anche uomini e donne omosessuali che in tanti continuano a guardare con disprezzo nel quotidiano. Apple Pie nasce come luogo di incontro e punto di riferimento per tutti coloro che vogliono conoscersi, scoprirsi attraverso le loro differenze, perché le differenze sono ricchezza, sono l’essenza stessa di quello che siamo. Siamo sempre più convinti sia possibile costruire una società in cui siano rispettati i diritti di tutti. Ecco perchè in questi abbiamo cercato di promuovere incontri e portare testimonianze di persone che con la forza della volontà hanno trasformata la realtà in cui vivevano”. Spiega come siano state “tante le richieste di aiuto ricevute in questi giorni da ragazzi di tutte le età. Ci hanno contattato ragazzi che, non avendo fatto ancora coming out, facevano fatica a relazionarsi con la famiglia o che comunque, non essendo accettati dalla famiglia, hanno vissuto molto male i mesi di reclusione forzata tra silenzi e incomprensioni. Abbiamo cercato di fare la nostra parte attraverso incontri on line o videochat per far sentire loro la nostra presenza, per dimostrare loro che non sono soli. A volte basta un consiglio, una chiacchierata per aiutarli ad andare avanti. Ne parleremo con associazioni di tutta Italia per fare il punto della situazione. Tra gli ospiti anche Sofia Mehiel la Papessa del direttivo Mit, costretta anni fa a lasciare l’Irpinia per trovare la sua strada e Padre Emiliano Morici della Chiesa Cattolica Apostolica di Cristo che crede in una chiesa che accetti l’omosessualità”. Spiega come “fossero tante le idee per il Pride quest’anno ma il divieto di assembramento ci ha costretti a interrompere tutto e rinunciare. Speriamo di riproporre queste idee il prossimo anno. Vorremmo diventasse un appuntamento consolidato”. Spiega come “la realtà irpina abbia fatto molti passi in avanti sul piano della lotta ai pregiudizi e discriminazioni. Fatta eccezione per l’episodio del 25 aprile dello scorso anno non ci risultano casi di omofobia. Si è affermato un clima di tolleranza e rispetto. Più difficile rispetto al capoluogo la realtà dei piccoli paesi in cui si teme ancora molto il giudizio degli altri e non ci si sente liberi di esprimere i propri sentimenti”

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