Nuove speranze per l’Europa 

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Abbiamo visto quante minacciose nubi di tempesta si sono accumulate sui cieli d’Europa per fattori vari, fra cui la crisi catalana e l’avanzata elettorale di movimenti criptonazisti. Per fortuna ogni tanto si alza il vento e contrasta le nubi. Questa settimana ci troviamo di fronte a tre buone notizie che rendono meno oscuro l’orizzonte. La prima è la fuga ingloriosa di Puigdemont e di parte del suo governo in Belgio poche ore dopo aver proclamato l’indipendenza della Repubblica di Catalogna.
In questo modo, quella che stava diventando una crisi politica destinata a sfociare in tragedia, si è risolta in una farsa. Il rischio di una assurda guerra civile nel cuore dell’Europa è stato scongiurato, almeno per adesso.
La seconda è la netta presa di posizione del Vaticano per scongiurare i rischi della guerra nucleare, più volte minacciata negli ultimi tempi e da ultimo nella forsennata polemica tra Stati Uniti e Corea del Nord. Questa posizione ha avuto una traduzione concreta nell’incontro organizzato per il 10 e 11 novembre in Vaticano, dal titolo: «Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale», Peraltro lunedì scorso, 30 ottobre, papa Francesco si è recato in visita alla sede del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, che ha organizzato il convegno e, dissertando delle armi nucleari, una minaccia purtroppo presente da decenni ma che oggi si fa più acuta, ha parlato del rischio «del suicidio dell’umanità».Spiegando la genesi del convegno del 10-11 novembre, Flamina Giovanelli, sottosegretaria del Dicastero, ha rimarcato che l’idea dell’evento è nata «dal voler dare un seguito al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari adottato nel luglio scorso e firmato anche dalla Santa Sede in settembre, con grande convinzione». E questo per sottolineare – «nella direzione di quanto voluto dal Santo Padre» – che «qualcosa di molto positivo» è accaduto «perlomeno dal punto di vista simbolico» con la firma del Trattato. A questo poi va certamente aggiunto «l’acuirsi della crisi sul nucleare», per cui questo Convegno è diventato «veramente un evento di primaria importanza ». Al convegno parteciperanno 11 Premi Nobel, fra i quali è molto importante la presenza di Jody Williams, premio Nobel per la pace nel 1997 per aver portato al successo la campagna mondiale per l’abolizione delle mine antiuomo e animatrice dell’Ican (premio Nobel per la pace 2017), la campagna internazionale per abolire le armi nucleari che ha portato allo storico trattato adottato dall’ONU nel luglio scorso, al quale l’Italia, come tutti i paesi della NATO, si oppone fieramente. Visto che in Italia è imminente la campagna elettorale, non sarebbe male se qualche soggetto politico chiedesse che anche il nostro Paese faccia un passo per liberare l’umanità del rischio del suicidio nucleare, per esempio respingendo le pressioni della NATO e firmando il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (si veda il nostro articolo, l’ONU ed il tabù delle armi nucleari sul Quotidiano del Su del 28/7/2017). La terza buona notizia è l’incriminazione e l’arresto di Paul Manafort, ex capo della campagna elettorale di Trump, per una serie di reati gravi, fra i quali spicca il riciclaggio di ingenti somme di denaro. Saranno guai per Trump, l’uomo politico più pericoloso per il genere umano. Possiamo considerarlo un segnale che il suo tramonto è vicino?

di Domenico Gallo edito dal Quotidiano del Sud