Omicidio Bembo, rinviati a giudizio i tre giovani: processo a marzo

Sono accusati di omicidio aggravato per i futili motivi della vittima - il 21enne Roberto Bembo di Mercogliano - e rischiano l'ergastolo

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Omicidio Bembo, Nico Iannuzzi, Luca e Daniele Sciarrillo sono stati rinviati a giudizio e il processo inizierà il prossimo 27 marzo davanti al tribunale di Avellino. I tre  accusati dell’omicidio di Roberto Bembo – il 21enne di Mercogliano ucciso all’alba del primo dell’anno,  sono comparsi, stamattina,  dinanzi al gip del tribunale di Avellino,  Marcello Rotondi, per l’udienza preliminare.

Al termine dell’udienza  nessuna aggravante è stata esclusa ed è stata rigettata la richiesta di abbreviato: “Per una giustizia giusta!”, sono state le dichiarazioni del Pubblico Ministero. Per questi motivi, dunque, gli imputati dovranno affrontare il processo con rito ordinario, che inizierà il prossimo 27 marzo davanti al tribunale di Avellino. Nico Iannuzzi, Luca Sciarrillo e suo fratello Daniele hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini ad ottobre 2023. I tre sono accusati di omicidio e della circostanza aggravante speciale dell’ergastolo. Omicidio avvenuto all’alba del primo dell’anno nel parcheggio di un noto bar di Mercogliano “per futili motivi connessi ad uno sguardo di troppo”.

I tre imputati, infine, hanno sottoscritto una dichiarazione di scuse e di richiesta di perdono alla famiglia di Bembo. Ovviamente, i fratelli Sciarrillo si sono professati innocenti; contrariamente a Iannuzzi, che fin dall’inizio ha ammesso di essere l’autore del fatto. La dichiarazione è stata acquisita dagli inquirenti.

Gli imputati sono difesi dall’Avvocato Gaetano Aufiero e l’Avvocato Stefano Vozzella. L’avvocato Gerardo Santamaria, difende i familiari di Roberto Bembo. Attualmente, i due principali imputati sono ancora agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, in attesa della decisione definitiva della Corte di Cassazione. Questa attesa è stata resa necessaria, dopo che il tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di attenuazione della misura ìcautelare in carcere, emessa lo scorso luglio dal giudice Marcello Rotondi.