Omicidio del Boss De Paola, ridotta la pena a Di Matola

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Omicidio del Boss De Paola, ridotta la pena a Gianluca Di Matola ritenuto responsabile del  del delitto, avvenuto l’8 settembre 2020 a San Martino Valle Caudina. La Corte di Assise di appello di Napoli (Presidente Barbarano, con giudice relatore e giuria popolare)  ha ridotto  la pena inflitta dal Tribunale di Avellino da 18 a 10 anni di reclusione per di Matola difeso dalgli avvocati Vittorio Fucci e Alessio Ruoppo in Appello.

Il processo di Appello, innanzi alla Corte di Assise di Appello di Napoli, si è celebrato con la partecipazione nel collegio difensivo dell’ avvocato Vittorio Fucci, il quale ha presentato dei motivi aggiunti e si è concluso con il quasi dimezzamento della pena e, quindi, con la riforma della sentenza che ha ridotto la pena inflitta dal Tribunale di Avellino da 18 a 10 anni di reclusione. C’è stata una lunga discussione dell’ avvocato Vittorio Fucci dopo la requisitoria del Procuratore Generale che aveva chiesto la conferma a 18 anni di reclusione. La Corte di Appello, però, è stata di avviso differente, ha accolto l’istanza della difesa e ha quasi dimezzato la penainflitta in primo grado dal tribunaledi Avellino.

Di Matola, ritenuto responsabile dell’omicidio di Orazio De Paola, all’epoca dei fatti 58enne, avvenuto l’8 settembre 2020 a San Martino Valle Caudina. La mattina dell’8 settembre del 2020 il condannato ferì mortalmente a colpi di pistola il De Paola, che, secondo la ricostruzione dei fatti, si era recato innanzi all’abitazione del Di Matola, per chiarire una questione di natura personale. Di Matola, dopo aver esploso numerosi colpi di pistola all’indirizzo del De Paola, si diede immediatamente alla fuga, venendo catturato in autostrada dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, mentre a bordo di un’autovettura si dirigeva in direzione Roma. Sottoposto a fermo di indiziato di delitto, all’evento fu attribuito un movente non riconducibile a questioni connesse con la criminalità organizzata, per cui la direzione delle indagini fu subito assunta dalla Procura della Repubblica di Avellino.