Partire dalle migliori professionalità

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All’interno del dibattito politico e programmatico della campagna elettorale amministrativa, appena conclusa, non sono mancati alcuni riferimenti al Pnrr per lo sviluppo delle nostre comunita’. Tali riferimenti sono stati piu’frequenti  nelle regioni del nord , rispetto a qualche fugace  accenno nelle regioni del nostro Mezzogiorno. In particolare, in Campania, qualche dirigente politico ha accennato alla  connessione tra la scuola e il   mondo del lavoro. A tal proposito va ricordato che la Campania , per molti anni, è stata destinataria di  ingenti finanziamenti del Fondo Sociale Europeo per gli interventi di formazione professionale.

Successivamente sono stati chiusi  i centri di eccellenza , come il Centro Pilota “G.Galilei” d i Avellino che aveva fornito giovani preparati  agli insediamenti Fiat della nostra provincia, nonché  professionalita’   di tutto rispetto  nei vari settori produttivi delle piccole e medie aziende. Poi  la desertificazione degli interventi formativi, come se l’esigenza di giovani professionalmente preparati non avesse piu’ riscontri nelle aziende che, soprattutto dopo il sisma del 1980, si erano insediate sul territorio provinciale. Attualmente gli amministratori locali dovranno recepire gli indirizzi del Pnrr  e i problemi non risolti della concreta ed efficace connessione della scuola con il modo del lavoro certamente non facilitano  la qualificazione degli investimenti.

Il quadro di rifermento ci presenta una scuola secondaria superiore con  una percentuale di abbandoni del 16% che in Campania è ancora piu’ alta. Uno spreco insostenibile di risorse e di mancate prospettive occupazionali dei nostri giovani. Una recente  indagine Excelsior colloca l’Italia ai vertici della classifica europea: circa il 25-30% dei posti offerti dalle aziende rimangono “disoccupati”.

Negli anni 2015-2018, con la  riforma del Job Act e della “Buona scuola” si era provveduto a intervenire attraverso tre strumenti: l’alternanza scuola-lavoro introdotta nella secondaria superiore, lo sviluppo degli Istituti Tecnici superiori , la sperimentazione del sistema duale mediante l’apprendistato formativo.

Da queste tre direttrici di intervento bisogna oggi ripartire, investendo al meglio 1,5 miliardi del Pnrr per gli Istituti Tecnici superiori in modo da triplicare-da 8 mola a 25 mila l’anno- i giovani che ottengono il diploma di tecnico superiore e, infine, utilizzando i 600 milioni, sempre del Pnrr, per sviluppare l’apprendistato formativo e raddoppiare gli studenti coinvolti nel percorso formativo duale, dagli attuali 22mila a circa 45mila l’anno.Appare chiaro che per attuare questi tre strumenti occorre una radicale riforma di tutta la strutturazione pubblica attuale per favorire lo sviluppo occupazionale e il rapido e qualificato monitoraggio delle migliori professionalita’ esistenti  o  da  promuovere rapidamente.

Mettere mano all’aratro subito, con competenze e velocita’ necessarie per rendere strutturale  la ripresa del tessuto produttivo del Paese, Questa prospettiva, lo ripetiamo da tempo, si costruisce con la discesa  in  campo di amministratori capaci e responsabili, non aggregati al carro deleterio  della cattiva partitocrazia italiana ,evitando  la non finalizzazione di risorse ingenti che verranno erogate.

di Gerardo Salvatore