Questa provincia per anni non ha avuto un PD democratico. Sapete quanto ci credo, e credo si percepisca quanto mi costi parlare di questo partito in toni drammatici. Non c’è rispetto. È come se il partito rinunci alle sue regole, con gruppi che decidono per tutti. O sei allineato a decisioni già prese, oppure passi per chi vuole fare polemica. La rappresentanza del PD qual è, oggi? La mia proposta in direzione provinciale di un congresso cittadino è stata vista come qualcosa di straordinario e rivoluzionario. Ma come speriamo di poterci presentare alle prossime elezioni in città senza coinvolgere i cittadini? Con quale credibilità, storia, coerenza politica? Che senso aveva l’assemblea al Viva Hotel? Quel PD chi rappresenta? Di certo, non gli iscritti.
Il partito ha una provincia, intera, piena di problemi e fare politica vuol dire ascoltarli, vivere i territori confrontandosi con gli iscritti. Per quel simbolo ci siamo sacrificati, ma deve tornare a rappresentare la comunità dei simpatizzanti, degli iscritti. Basta con le decisioni di chi pensa il partito come una proprietà privata“.
Ha poi approfondito la questione Enzo De Luca: “Siamo in un contesto generale dove è in crisi un sistema democratico. Per me un’azione politica è legata a una comunità, gli iscritti sono soci. Si è detto di sì a una forma di commissariamento di massa. Abbiamo sostenuto Bonaccini perché l’iscritto è il riferimento all’appartenenza politica. Se questa è la base di idee del PD non possiamo che agire di conseguenza. Ho sopportato mancanza di civiltà politica. Vi comunico che noi non siamo stati neanche chiamati. La settimana scorsa ho ricevuto una telefonata da Pizza il quale mi ha detto che mi voleva parlare. Dopodiché non si è più visto. Non possiamo fare a meno di parte della provincia e della regione. Siamo tra quelli che da quando é nato il PD non abbiamo mai avuto tentennamenti. Quando si è fatta quella cooptazione, c’erano 8mila iscritti, oggi sono 4mila. Li vogliamo coinvolgere?
Lo spirito di questa iniziativa è costruttivo. Per me Pizza é un commissario, non un segretario. Non é stato raggiunto nulla in questi anni e siamo arrivati a un punto di svolta. Prima del congresso regionale si era fatto un accordo sulla D’Amelio, ma con l’elezione della Schlein é stato nominato il commissario. Quell’accordo salta e nessuno dice nulla. In me non c’è nessun livore nei confronti di nessuno. Se c’è questo coinvolgimento degli iscritti, oltre gli alleati, benissimo, altrimenti ritiro la mia solidarietà. Ho detto di sì perché la persona designata commissario aveva il compito di cambiare le cose. Ma qual è la preoccupazione?“.