Pd, De Blasio replica “all’operazione canaglia” e ribadisce: la storia è finita a Carpiglia

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Sarebbe tragico se non fosse comico.
Da tre mesi bloccano il partito mentre si era attivamente impegnati e concentrati sulle questioni dei territori e dei lavoratori(forestali, vertenze aziendali, accelerazione spesa, disabili.) di cui, soprattutto loro, i parlamentari e consiglieri regionali, dovrebbero preoccuparsi realmente visto che sono anche pagati per farlo.
Invece proprio loro ispirano, organizzano e costruiscono addirittura una mozione di sfiducia verso il segretario provinciale, senza una ragione e una motivazione seria.
Agli inviti e agli appelli di fermarsi e di evitare di spingere il partito in una condizione di spaccatura rispondono con insulti e con l’ostinazione di richiedere e di far convocare ben tre assemblee provinciali per ”cacciare” il segretario.
“Cercano”, “chiedono”, “convincono” persone a firmare una mozione di sfiducia senza minimamente preoccuparsi del fatto che così facendo si spaccava il partito.
Niente.
Ottusamente sono andati avanti mentre rappresentavano ai vertici romani e napoletani di avere i numeri per mandare a casa un segretario democraticamente eletto da un congresso.
Nel frattempo hanno puntualmente insistito a chiedere le dimissioni, perché con le dimissioni (diciamolo una volta per tutte!) sarebbe stato ancora più agevole realizzare il “piano” dell’ “operazione canaglia” che prevedeva la promessa della candidatura a sindaco al comune di Avellino per uno, la segreteria provinciale per un altro, e gli enti di servizio e di gestione per un’altra.
Anche per questo le dimissioni non sono mai arrivate e non perché il disgusto non fosse già abbastanza.
Hanno costretto i delegati dell’assemblea a votare formalmente la mozione di sfiducia e l’esito di quella votazione resterà nella memoria della politica provinciale come la più grande ..mai conosciuta.
Oggi, dopo tutto questo, anzi malgrado tutto questo, invece di avere un sussulto di pudore, un minimo di sensibilità per evitare al partito, oltre che a se stessi, ulteriore umiliazione e mortificazione politica, si risponde con un documento (quello di oggi) attraverso il quale si pretende, dopo il fallimento della sfiducia di dettare unilateralmente la linea per ottenere ciò che avrebbero avuto se la sfiducia fosse passata e cioè il commissariamento per un congresso anticipato.
In altri tempi, politicamente impensabile. Ma oggi questo è il livello, questo è il materiale.
Di fronte a tanta ostinazione, ogni tentativo della segreteria regionale, che pure ha mostrato saggezza ed equilibrio, alla luce del fallimento della sfiducia, invitando al confronto e al dialogo, sembra destinato ad arenarsi.
D’altronde anche l’ennesima ipotesi da noi avanzata di costruire una segreteria collegiale, un percorso di responsabilità condiviso, è stato inspiegabilmente ignorato.
Sia chiaro e sia ben precisato: non abbiamo temuto di sfidare a testa alta l’ “operazione canaglia”, non abbiamo temuto di affrontare con dignità un voto sulla sfiducia, non ci può spaventare altro, nessuna soluzione che si determinerà ( e speriamo presto!) potrà essere proporzionata al risultato politico dell’assemblea di Capriglia.
Non temiamo nient’altro se non il giudizio severo ed inevitabile dei cittadini per lo squallore in cui, a cominciare dai rappresentanti istituzionali, abbiamo costretto il nostro partito.
A Roma sanno che qui, in Irpinia, c’ è un segretario provinciale democraticamente eletto e mai sfiduciato dall’Assemblea provinciale e dall’altra parte c’è una operazione canaglia che a tutti i costi si vorrebbe concretizzare.
Per conto nostro non avevamo ragioni prima per presentare le dimissioni e favorire i loro “piani”, ancora di più non le abbiamo oggi le ragioni per assecondare spartizioni e poltrone che altri si sono promessi.
Valutassero e decidessero i vertici del nostro partito.
Per noi tutta questa storia è finita a “Capriglia 14 dicembre, a futura memoria”.

Carmine De Blasio
segretario provinciale partito democratico