Pd, non Pd politica e affari

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2010

Mi chiedo, confidandovi una certa difficoltà: esiste il Pd in Irpinia o esso è solo una federazione di singole persone che remano contro il partito? Intanto ne scrivo nell’esclusivo interesse delle comunità che a questo partito – non partito hanno consegnato la maggiore responsabilità del governo locale. Desumo, da quanto accade, che la seconda ipotesi sia più vicina alla realtà. Riassumo, per i lettori, i momenti più significativi che hanno caratterizzato la vicenda politica del Partito democratico in Irpinia. All’indomani della venuta di Zingaretti ad Avellino, e con l’arrivo del commissario Cennamo, politico navigato, di grande esperienza e, soprattutto galantuomo, sembrava che il Pd avesse recepito recepisca l’esigenza di ricercare la strada maestra dell’unità. Le elezioni amministrative, con una campagna elettorale consumata all’insegna della più profonda lacerazione nel Pd e nel centrosinistra, sono ormai già alle spalle. Non si capirà mai, e ancora oggi persiste il dubbio, se il sindaco eletto sia in rappresentanza del Pd (in corsa però senza il simbolo) o di una parte di esso in alleanza trasversale con altri soggetti. Certamente il riferimento del primo cittadino è l’ex sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, sbarcato in Irpinia per gestire in gran parte la posizione di rendita lasciata dall’ex presidente del Senato, Nicola Mancino. I fedelissimi di De Caro sono Petitto, già presidente del Consiglio comunale e oggi in corsa per un seggio in Consiglio regionale. e personaggi minori, ma di lunga militanza, che sono confluiti nel campo dell’esponente sannita.

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Questa parte del Pd (?) viaggia in netta opposizione con un’altra parte egemonizzata in Irpinia dal governatore della Campania, attraverso il ruolo svolto da alcuni consiglieri regionali. Questi ultimi sono oggi impegnati nel costruire liste civiche per sostenere la candidatura a ripresidente dell’ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca. Anche in questo caso, come è possibile osservare, l’Irpinia diventa terra di conquista. E la sua classe dirigente? Azzerata. Le postazioni che procurano maggiori consensi e danaro (Moscati, Air, ecc) sono gestite, con il consenso dei consiglieri regionali irpini, da sanniti e salernitani. E la sua classe dirigente? Azzerata. Le postazioni che procurano maggiori consensi (e danaro), Moscati, Air, ecc, sono gestite, con la complicità dei consiglieri regionali irpini, da sanniti e salernitani. Amara verità. Ma qual è il collante che fa da alibi a questi nuovi colonizzatori? E’ la lotta (e talvolta il compromesso) a Ciriaco De Mita, che, nonostante tutto, continua a ragionare di politica in un deserto senza pensiero. Credo, però a mio avviso, che l’ex presidente del Consiglio si debba far perdonare perdonare non pochi errori. Tuttavia l’alibi dei suoi avversari crolla nel momento in cui è chiaro il suo intento di costruire qualcosa diversa dal Pd. Certo è che ancora oggi egli incute timore, soprattutto nei tanti cani sciolti in cerca di stracci di potere. Stiano tranquilli. L’ex segretario della Dc, ora lavora, come già detto, lontano dal Pd, in un disegno, forse troppo ambizioso, certamente influente per le alleanze delle prossime elezioni regionali.

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Finisce qui? Ma no. Perché un’altra parte dei Dem, scappata via dal Pd e che si riconosce in Matteo Renzi, resuscitato dopo la fallimentare gestione alla guida del Pd, in modo trasversale ostacola il lavoro di Cennamo. In realtà, gli stessi che hanno consentito al sindaco di Avellino di essere eletto, si ritrovano ancora una volta insieme. Mi riferisco all’ex deputato D’Agostino e a De Caro, sia pure in competizione per la rappresentanza regionale. In realtà sia Alaia (Renzi-D’Agostino) che Petitto (De Caro) ora in competizione per un seggio regionale. Con il Pd o con chi? Certamente con un partito allo stato diviso. In questo scenario Pd o non Pd, e mentre ci si accinge a organizzare il tesseramento per il congresso che dovrà definire un nuovo assetto provinciale, le lacerazioni contano ancora di più. Non si conclude qui. C’è, infatti, chi nel Pd non c’è mai stato ufficialmente, pur guardando con interesse ad un probabile ingresso. E’ il caso di Maurizio Petracca che nel corso di una prossima manifestazione pubblica dovrebbe ricevere il “battesimo” dal parlamentare De Luca di Salerno, figlio del governatore della Campania. Nella stessa condizione, leggermente però diversa, si trova Luca Cipriano, già candidato a sindaco di Avellino con il simbolo del Pd e, tuttavia, avendo assunto l’impegno di aderirvi Anche in questo caso c’è il Pd-non Pd, anche in considerazione che il possibile suo ingresso ufficiale nel Pd sarà gestito dall’associazione civica “Ossigeno” in un confronto che vedrà la partecipazione del vice segretario nazionale del Pd, De Micheli. E l’ex senatore Enzo De Luca? Di lui si può solo dire “unità vo’ cercando” con ostinazione, ma con risultati che non sempre corrispondono ai proposti messi in campo.

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In questa situazione il compito del commissario- segretario del partito viene svolto tra non poche difficoltà. Cennamo, infatti, svolge la sua funzione con grande passione e responsabilità. Bisogna dargli atto di essere stato il solo a consegnare una precisa narrazione dello stato di salute dell’Irpinia, con dati e cifre, tra mancato sviluppo, spopolamento, disoccupazione e crisi aziendali. Un linguaggio asciutto e carico di tensione morale. Ha descritto i bisogni delle comunità, l’esigenza di caratterizzare l’azione politica del Pd attraverso un’unità non di facciata, ma di contenuti sui problemi. Ha dato spazio e convergenza sui contenuti. Ha dato spazio ai giovani, ai rappresentanti dei circoli e a quanti credono ancora in un recupero del ruolo propositivo del partito democratico. Il suo monito, però, si è sciolto come una neve d’estate. Le conflittualità sono riprese, con più asprezza e con gravi preoccupazioni. Una fra tutte: l’insidia di chi privilegia, rispetto alla questione morale, il connubio con gli affari. E’ qui il vero nodo che tarpa le ali ad un partito che in Irpinia ha grandi responsabilità per garantire trasparenza e legalità. E invece, come, purtroppo, le nostre narrazioni quotidiane denunciano, il solco tra politica e onestà diventa sempre più profondo.

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Che fare? E’ l’ora delle scelte coraggiose. Di intraprendere un percorso virtuoso, ben sapendo che può cadere anche qualche testa relativamente importante. Ma ciò consentirà al Pd di recuperare la sua dignità di partito della gente. Che lotta contro i comitati di affari. Di chi, ad esempio, disdegna finanche di mostrare il simbolo del Pd.

di Gianni Festa