Piccole imprese, la Cna di Avellino chiama Regione e Camera di commercio

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Le piccole e medie imprese non hanno la stessa resilienza e la stessa forza contrattuale di quelle grandi per far fronte alla crisi, dal momento che queste, tra l’altro, possono rivolgersi direttamente ai produttori per strappare prezzi più sopportabili. La Cna di Avellino argomenta le difficoltà del momento: «La stessa transizione energetica verso fonti rinnovabili rischia di arenarsi per la scarsezza di incentivi agli investimenti e per una burocrazia che, kafkianamente, rappresenta sempre più un freno piuttosto che un incoraggiamento all’innovazione.

Non si tratta, come nel caso della nuova normativa in tema di appalti, di “deregolare” con tagli quantitativi ma piuttosto di regolare avendo come obiettivo la trasparenza e l’efficienza.
Gli stessi fondi del PNRR rischiano di non essere impegnati con l’obiettivo di rafforzare la nostra struttura economica e sociale, ma di essere visti e trattati solo come una questione di mera rendicontazione della spesa all’Unione Europea».
Se, quindi, la stessa Legge di Bilancio non interviene favorendo la cosiddetta transizione energetica ma sulle bollette in quanto problema contingente improcrastinabile e la Regione Campania riserva interventi in tal senso solo per le aziende più strutturate, risulta necessaria un’azione a sostegno delle imprese di dimensione più ridotta.
E’ per questo che la CNA di Avellino ha presentato la proposta di stanziare 3 milioni di euro, per contribuire ai costi energetici delle piccole imprese delle province di Avellino e Benevento, al Commissario ad acta nominato dal Presidente della Regione per la redazione del Bilancio preventivo della Camera di Commercio Irpinia-Sannio.
Ente rispetto al quale la CNA aveva assunto da tempo una posizione netta a favore di un rinnovamento che mettesse al centro le imprese e non le ambizioni personali, in accordo con le principali e storiche Associazioni di categoria della nostra regione.
La Cna incalza: «Alcuni meri personalismi, senza avere alla base nemmeno un programma, qualche mese fa hanno prevalso determinando l’elezione di un Presidente basata su impegni, a detta dei diretti interessati, legati ad incarichi da affidare e poi non mantenuti.
Non ci interessa in questo momento commentare, perché si tratta di storia, anche se recente; quello che deve interessare, ad un’Associazione che pone alla base della propria azione il senso della solidarietà e della responsabilità, è lavorare affinché un ente che dovrebbe essere la “casa delle imprese” torni ad esserlo veramente.

La Camera di Commercio torni quindi ad occuparsi delle imprese, soprattutto di quelle che non hanno la forza di farcela da sole.
Con un Consiglio regolarmente costituito che può legittimamente operare, a partire dalla condivisione di uno Statuto che detti le regole per il suo funzionamento, chi ha dimostrato di non saper governare i processi, forse anche per le modalità della sua elezione che ne hanno indebolito l’azione da subito, ha il dovere morale di farsi da parte.
Le dimissioni dell’attuale Presidente sarebbero un’apprezzabile assunzione di responsabilità che consentirebbe al Consiglio di verificare la possibilità di altre strade da intraprendere e ridarebbe alla Camera più che una parvenza di trasparenza, di cui in questo momento questo ente ha un bisogno vitale per cominciare a ridefinire la propria vocazione solidaristica e collettiva», concludono dalla Cna di Avellino.