Pnrr, sfida decisiva. La Cgil chiama al confronto a 41 anni dal sisma

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E’ un appello a sfruttare al meglio le risorse del Pnrr quello lanciato nel corso della tavola rotonda al Circolo della stampa su “Economia della catastrofe, Pnrr e Aree interne” nell’anniversario del sisma. A confrontarsi Franco Fiordellisi, segretario generale Cgil Avellino, Pasquale Pisano, presidente Asi Avellino, Paolo Ricci, docente dell’Università di Napoli Federico II, e Gianna Fracassi, vice segretaria Cgil Nazionale, moderati da Gianni Colucci. “In Irpinia – spiega Fiordellisi – abbiamo accumulato ritardi. In questi 41 anni non siamo riusciti a completare le infrastrutture al servizio dei cittadini e dell’industria manifatturiera. Al tempo stesso registriamo ancora una forte criticità sociale ad Avellino. Sono tanti i cittadini che continuano a vivere in ambienti malsani, per i quali lo smartworking è un sogno”. Non ha dubbi Fiordellisi: “Si tratta di capire come spendere le risorse del Pnrr, altrimenti ci troveremo di fronte ad un’ulteriore divaricazione tra Nord e Sud. Al tempo stesso dobbiamo affiancare ai fondi del Pnrr l’utilizzo dei fondi ordinari per completare l’infrastrutturazione materiale e immateriale, dando prova di una capacità amministrativa ed esecutiva degna di questo nome. Dobbiamo immaginare che la logistica non sia solo un nastro trasportatore ma che possa essere al servizio di una manifattura d’eccellenza, a partire dalle tipicità locali”. “Il terremoto – sottolinea Paolo Ricci – non ce lo siamo mai messo alle spalle. Il Pnrr è una grande speranza ma rischia di essere un’illusione. Malgrado ciò, dobbiamo fare riferimento a queste risorse per sostenere processi di sviluppo ed essere particolarmente attenti, in una fase complicata della democrazia nazionale che rende difficile una visione che possa dare soddisfazione a tutte le comunità. Non possiamo che partire, però, che da una profonda conoscenza del territorio e dei bisogni”. Non nasconde le difficoltà Ricci “Vedo dei ritardi non tanto dal centro ma dalle periferie che non sono sempre nelle condizioni di tenere il passo del governo centrale. E’ vero che si registra un’attenzione a ciò che non è il centro ma è difficile dire fino a che punto sia un processo che costruisca dal basso i progetti. Il piano c’è, le strategie sono state individuate, dobbiamo ora incanalare lungo i percorsi di soddisfazione dei bisogni delle comunità. E’ chiaro che le aree interne hanno delle necessità in più, nè mi illudo che possa esistere una maggiore solidarietà tra i territori. Se non c’è un risveglio locale e capacità di recuperare visione, dovremo accontentarci di ciò che ci lascerà il centro. La politica dovrà imporre una visione o costruirla in modo condiviso”. E’ quindi Pisano a porre l’accento sul ruolo centrale rivestito dall’Asi in questi 41 anni “Le otto aree industriali create hanno rappresentato un’occasione di rilancio dei territori, l’occasione per ricostruire il tessuto sociale ed economico, con 4000 persone insediate e 90 lotti disponibili. Avere ancora oggi 3000 persone che lavorano in quelle aree è un punto di partenza. Ecco perchè l’Asi deve farsi trovare pronto per la sfida dei fondi del Pnrr, a partire dalle tre aree Zes, Calaggio Ufita e Pianodardine. Una sfida che si affianca a quella rappresentata dalla stazione logistica Hirpinia, avere un polo logistico sull’asse Napoli-Bari è fondamentale. Decisivo sarà il ruolo della politica che dovrà far sentire la sua voce quando si innescherà un meccanismo di competitività tra le stazioni logistiche”. A precedere l’incontro le proiezioni dei contributi video realizzati da Chiara Rigione, Paolo Speranza, Michele Schiavino e Vinicio Capossela.