Quarto e dintorni

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Alla fine, Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto ha gettato la spugna, abbandonata da metà consiglio comunale, e si è dimessa tra le lacrime, accusando ancora una volta, i vertici del M5S che sapevano e non le sono stati vicino. ”La mia non è stata una resa – ha detto – ma un atto d’amore e di responsabilità”.I fatti sono noti. Il consigliere più votato, Paolo De Robbio, è accusato di aver preso voti dalla camorra e di minacce nei confronti della Capuozzo, secondo la quale è stato espulso tardivamente dal Direttorio di cinque stelle che era al corrente già dal luglio scorso. Il marito è indagato per abuso edilizio e lei stessa è accusata di non aver denunciato i tentativi di corruzione nei suoi confronti ed è stata ascoltata anche dalla Commissione Antimafia e scaricata dal Movimento dopo un primo tentativo di difesa da parte di Grillo. La sua è stata una resa dopo aver cercato disperatamente di resistere dopo l’espulsione dal Movimento lamentando una protezione dal Direttorio che non c’è stata. E’ stata, però, più una sconfitta della politica che sua personale anche se, anche lei, ha le sue colpe per una serie di incertezze ed un comportamento non sempre lineare e coerente. A Quarto, ha detto, ha vinto ancora una volta la camorra. Alcune considerazioni sono doverose anche se qualcuna non in linea con i giudizi prevalenti, e in disaccordo con Roberto Saviano che, per primo, ha scritto che la Capuozzo avrebbe dovuta dimettersi. Quarto è uno dei tanti comuni difficili dell’hinterland napoletano. Ha conosciuto negli ultimi decenni uno sviluppo abitativo vertiginoso, specie dopo il terremoto dell’’80 e il bradisismo dell’83, arrivando a superare i 40.000 abitanti. L’abusivismo edilizio è la regola come la pratica e la cultura dell’illegalismo. La camorra è da sempre in combutta con gli affari e la politica ed il comune, amministrato dal centro destra, dal centro sinistra, è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche, già due volte. Questa è la terza amministrazione che non conclude il proprio mandato ed Il M5S ha vinto anche perché nelle elezioni del 2015 sette liste sono state fatte ritirare dal Consiglio di Stato per irregolarità. La nuova Amministrazione era ancora agli inizi e finora aveva resistito alle infiltrazioni camorriste e aveva portato al Comune trasparenza e legalità. La Capuozzo non ha denunciato i tentativi di corruzione forse anche perché, non sapendosi indagata, non aveva prove sufficienti e comunque, per tempo, aveva chiesto l’espulsione del De Robbio, che appariva, all’atto della candidatura, un fior di gentiluomo. Se per una mela marcia, che può generarsi in ogni partito, si dovesse interrompere unmandato conferito dagli elettori non ci sarebbe più scampo ed il M5S dovrà mettere nel conto che ciò potrebbe accadere anche in città importanti come Roma o Napoli. E quella di fuggire davanti ai problemi ci sembra una grave limitazione in un movimento/ partito che vuole addirittura candidarsi alla guida del Paese. La politica è risolvere i problemi e, nel rispetto delle regole e della legge, perseguire il bene comune espellendo e denunciando i colpevoli. A Quarto, invece, c’è stata una abdicazione di responsabilità ed è stato tradito il consenso dei cittadini e sottovalutato che difficilmente avrebbero bissato il successo del 2015. Avrebbero dovuto continuare l’esperienza rifiutando – come hanno sempre fatto – i voti della camorra e ripristinando la legalità. Se La Capuozzo, non indagata, fosse in seguito risultata colpevole di qualche reato o semplice illecito amministrativo, solo allora si sarebbe dovuta far dimettere. In queste condizioni difficilmente il Comune tornerà in mano al M5S ed i partiti, che oggi gridano allo scandalo e sono stati in passato pienamente coinvolti, torneranno probabilmente alla guida del Comune e la camorra a riprenderà il mestiere di sempre. Il contesto è talmente inquinato che sarebbe stato un miracolo cambiare le cose dalla sera alla mattina! A Quarto la democrazia è sospesa da anni e dopo questa vicenda rischia una nuova e più cocente ricaduta. Il M5S si è assunta questa responsabilità.
edito dal Quotidiano del Sud