Resilienza: una marcia in più

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“Ci vuole un fisico bestiale /per resistere agli urti della vita / a quel che leggi sul giornale /e certe volte anche alla sfiga…” Così riflette Luca Carboni in un celebre brano del dicembre 1991 manifestando la necessità di una tempra forte e robusta per superare le difficoltà quotidiane e le sfide della vita. Parlando di "fisico bestiale", il cantante non si riferisce solo alla prestanza del corpo, che non è comunque da sottovalutare, ma a una resistenza psico-emotiva nei confronti delle intemperie che spesso annuvolano il nostro cielo esistenziale. Impetuose come tempeste o lievi come piogge autunnali, questioni critiche, riguardanti i vari ruoli che ciascuno di noi riveste, continuamente sembrano impedire quel rettilineo sereno in cui tutti vorremmo vivere, costringendo a tratti di salita o a sentieri sconnessi. Non è facile sempre ammortizzare le asperità degli imprevisti e delle svolte che la vita impone; anzi, a lungo andare, anche considerando le notizie poco propizie dei tempi attuali su tutti i campi d’interesse, si genera una sorta di rassegnazione e di chiusura interiore, che rischia di provocare una fragilità dannosa. Per ritornare allora al testo della canzone di Carboni, all’inizio citato, occorre saper resistere agli scossoni del destino, preparando il nostro essere ad affrontare le avversità con coraggio e determinazione, affinché la delusione per gli eventi avversi non si trasformi in disperazione e non cambi i sogni infranti in incubi. Gli esperti della psiche definiscono la capacità di non farsi travolgere dagli eventi avversi e di saper affrontare i cambiamenti imposti dal divenire ineluttabile con il termine "resilienza". Questa parola, di estrema attualità dati i nostri tempi confusi e arruffati, anche se ha la stessa radice del termine resistenza, sfuma il suo monito in un significato più positivo, in quanto non raffigura un essere capace di non farsi scalfire dagli eventi contrari, perché massiccio e generalmente poco incline a farsi condizionare, ma denota l’arte di vivere in fieri, che raccoglie anche da accadimenti negativi un imperativo a migliorarsi e a procedere. Resiliente è colui che approfitta della sua flessibilità mentale ed emotiva per continuare il suo percorso trasformando la contrarietà in energia nuova. In letteratura, la resilienza si definisce come la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Questa caratteristica viene riconosciuta anche a taluni materiali, misurandone la capacità di esistenza agli urti imposti da una forza esterna. Ebbene, il "materiale" di cui siamo costituiti noi esseri umani è multiforme e oscilla in diverse strutture: formano la nostra persona le sfaccettature dell’anima con le emozioni e i sentimenti che proviamo; si aggiungono a questi i pensieri della mente e gli incroci delle idee che si intrecciano tra loro; incorniciano il tutto i sogni e gli ideali che orientano le nostre scelte e indirizzano il nostro futuro. Essere resilienti dunque significa essere in grado di non farsi travolgere dalle contrarietà, ma anzi acquistare da esse un nuovo vigore e ripartire con maggiore entusiasmo e dinamicità. L’esperienza, soprattutto nata da circostanze poco serene, può insegnare tanto e plasmare la nostra personalità facendola diventare sempre più elastica. Del resto, la capacità di adattamento a ciò che avviene intorno a noi è la caratteristica fondamentale per ogni essere vivente, come la scienza insegna. Albert Einstein ci ricorda con la sua incisiva essenzialità che " la misura dell’amore intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario".
edito dal Quotidiano del Sud