Reti idriche colabrodo: a rischio estate senza acqua

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Le polemiche politiche ed il deficit di investimenti sono caratteristiche strutturali della discussione sulla gestione dell’acqua in Italia. Ma accendono i riflettori su criticità mai risolte: una rete idrica che nel nostro Paese ormai arriva a perdere il 40% dell’acqua immessa e un sistema di depurazione che non include ancora il 20 % degli italiani. Qualche passo in avanti è stato compiuto grazie all’istituzione dell’Authority di settore vale a dire Autorità Nazionale Energia elettrica, Gas e Sistema idrico ma c’è ancora tanto da fare.
I dati presentati da Utilitalia, l’associazione delle imprese attive nell’acqua consegnano un quadro non idilliaco del sistema idrico. Per colmare e recuperare il gap strutturale e migliorare l’efficienza nella distribuzione, l’Italia dovrebbe garantire un livello di investimenti da 80 euro ad abitante, pari a quello che si registra in Francia e Germania. In Italia invece le risorse impegnate dai gestori ammontano a 34 euro a cittadino con un deficit di investimenti pari al 60%. In poche parole vuol dire significa che sono impiegati 2 miliardi di euro all’anno rispetto ai 5 di cui necessita il settore. Se in Italia il sistema idrico è deficitario, in Irpinia invece versa in uno stato critico. Volendo prendere in prestito il linguaggio medico la diagnosi sarebbe quel di un paziente che accusa numerose e gravi patologie. E l’esplosione della conduttura d’acqua dell’Alto Calore ad Ariano è solo la spia di un malessere generale che vive l’intera rete dell’ambito distrettuale irpino -sannita. La prima sofferenza è rappresentata dalla scarsità delle risorse. Gli studi effettuati sulle sorgenti hanno evidenziato una riduzione del 50 percento della risorse idriche. Un dato confermato da una relazione stilata dall’ ente d’ambito Calore irpino .«Stante le ormai acclarata carenza di eventi meteorici e nevosi relativa alla stagione autunnale del 2015 – scrivono i tecnici dell’Ato in una nota inviata alla Regione Campania e alla Prefettura di Avellino – di rischio dell’instaurarsi della crisi idrica si fa sempre più reale. La ridotta disponibilità della risorsa idrica alle sorgenti subisce il danno ulteriore derivante dalla fatiscenza dell’infrastruttura idrica che comporta una perdita che supera il 50 percento e questo potrebbe incidere sulla distribuzione dell’acqua alla popolazione». Oltre a ritrovarsi in una situazione critica sul piano delle risorse in dotazione il distretto Calore Irpino presenta rispetto agli altri ambiti regionali un deficit sul piano delle infrastrutture che non garantirebbe anche in caso di cessione di acqua la possibilità di interconnesioni. E la mancanza di collegamenti inciderebbe non poco sulla capacità di erogazione dell’Acquedotto di Cassano. Ma su tutto pesa ancora di più come un macigno il mancato affidamento della gestione nell’ambito distrettuale. La criticità è figlia anche della mancata individuazione del gestore unico che è obbligato a fare investimenti e a fissare una tariffa equilibrata. Se non si individua subito, il sistema idrico continuerà a cedere ed i costi lieviteranno a dismisura con un servizio precario alla popolazione già gravata alla crisi economica.
Michela Della Rocca