Riallacciare il filo della memoria

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Il deludente clima della campagna elettorale cittadina e l’attenzione prioritaria che la stampa locale ad esso ha dedicato, ha collocato la questione climatica in una zona d’ombra, quasi a dimostrazione che si tratti di una questione secondaria, rispetto alle grandi questioni emergenti. Non è così, purtroppo, e l’onda verde di un nuovo impegno per l’inversione di tendenza sulle politiche ambientali non può e non deve essere considerato uno stato d’animo di circostanza. Soprattutto la nostra provincia – quella che fino al periodo pre-sisma del 1980 – era considerata la bella Irpinia verde – attualmente soffocata da grandi emergenze climatiche, dalla Valle del Sabato al comprensorio solofrano, non può continuare a vivere di nostalgico rimpianto di un passato climatico di eccellenza che ha contribuito notevolmente, pur in presenza di tanti bisogni insoddisfatti, ad assicurare una vita sana e longeva alle generazioni che ci hanno preceduto. I semi della speranza, affidati alla consapevolezza di noi adulti e alla responsabilità dei governanti del nostro pianeta, sono semi di futuro consegnati dai giovani, nelle piazze in Italia e nel mondo. Un milione di giovanissimi solo in Italia, con presenze anche di scolaresche irpine, hanno lanciato un messaggio unanime ai grandi della Terra, avvertendo che non c’è più tempo da perdere con tanti slogan significativi: “Cambia oggi o muori domani”, “Governi, agite, il tempo sta per scadere”, “Se il clima fosse una banca, il governo l’avrebbe già salvata”. A fronte di questa piazza globale e alla inattesa e chiara responsabilità generazionale, gli adulti non possono ulteriormente guardare dall’alto o ridursi solo ad applaudire per lavarsi la coscienza. Anche all’interno della nostra realtà provinciale e regionale troppi sono stati i silenzi, le omissioni di controlli, i miseri affari economici senza considerare la salute delle persone considerate come formiche da calpestare. L’invito agli adulti è una grande lezione di pedagogia umana e politica autenticamente nata e offerta da una cattedra che nulla ha a che fare, con il politichese o con le strategie programmatiche messe in campo dagli scellerati potentati economici a livello gloable. Il surriscaldamento del pianeta, gli eventi ricorrenti come gli alluvioni e gli uragani, la qualità dell’aria e dell’acqua costituiscono le concrete conseguenze di una irresponsabile politica nelle scelte di sviluppo economico indiscriminato finalizzato solo all’arricchimento dei più ricchi, senza considerare l’oltraggio agli equilibri geofisici del nostro pianeta. Non è casuale, frattanto, rilevare che in tutte le grandi manifestazioni di questo mese nessun simbolo di partito è stato presente, quasi a dimostrare ulteriormente che la società civile, nel caso specifico, anche quella futura, è distante da una democrazia rappresentativa che non rappresenta più nulla.

di Gerardo Salvatore