Ricapitalizzazione, quale svolta per l’Industria Italiana Autobus?

Il prossimo nove marzo potrebbe essere il punto di ripartenza della vertenza che sta investendo il comparto dei metalmeccanici, ieri come oggi

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Valle Ufita- La ricapitalizzazione, punto di partenza per una nuova storia della Industria Italiana Autobus, lo stabilimento dove si fanno gli autobus italiani, potrebbe arrivare il nove marzo prossimo.

“Sarà di circa 21 milioni di euro- dice in una intervista il segretario provinciale della Fiom Cgil di Avellino, Giuseppe Morsa-“. Che presta attenzione ad un altro aspetto dell’intera vicenda: l’indotto che produce lavoro.

“Bisogna riorganizzare- sottolinea Morsa- la produzione”. Dopo la riunione del Mimit di Roma, dove” non era scontato” arrivare a quel risultato, adesso per la Fiom” è fondamentale ripartire”. E visto che, finora, non lo abbiamo visto” ci vuole un cambio di passo sostanziale e non solo teorico”. La perplessità del segretario sta nel fatto che, l’azienda,” intende esternalizzare alcuni processi lavorativi invece di valorizzare l’indotto del territorio “.

Un altro aspetto che sottolinea il momento di crisi della Industria Italiana Autobus di valle Ufita è quello della Iveco che, il prossimo mese, aprirà in quel di Foggia. La fabbrica che sarà aperta nella città dauna lavorerà l’assemblaggio finale e la finitura degli autobus. Già da quest’anno si parla dell’allestimento di circa 500 mezzi, con quaranta occupati, mentre quando si entrerà a pieno regime se ne prevedono mille per 140 occupati. In tre anni, tra questo ed il 2026, si dovrebbe arrivare a 4000 autobus.

Se, per i sindacati,” è una diversa visione di business”, cosa significa per valle Ufita? Per Giuseppe Zaolino, segretario generale della Fismic,” è una sfida in più perché mentre loro sono già avanti con la tecnologia dell’elettronico,  proveniente dalla sezione francese,  noi qui, invece, siamo in una fase di riorganizzazione”. Quindi lancia un messaggio:” Fare presto, bene e meglio del passato. Adesso- continua il segretario- ci sono gli ingredienti giusti. L’appoggio sociale, quello delle istituzioni. Chiediamo alla dirigenza di fare squadra, di mettere da parte anche piccoli dissapori che sono venuti fuori dal passaggio dalla prima alla seconda gestione”.

Quelle che aspetta lo stabilimento flumerese sono” le residue possibilità di un grande  rilancio e ce le dobbiamo giocare- aggiunge Zaolino-. Iveco è un concorrente temibile perché ha storia, tradizione,  tecnologia, forza lavoro pronta e professionalizzata”. Dalla parte dello stabilimento di valle Ufita,  però,” non manca la voglia di riscatto e di far bene “.

Intanto martedì 7 marzo ci sarà una assemblea generale con i lavoratori. Il segretario della Fismic, anticipa, in qualche modo, quello che dirà:” Mettiamo una pietra sopra al passato, facciamo unità,  giochiamo tutte le carte perché,  questo stabilimento, è troppo importante non solo per quelli che ci lavorano ma anche, e soprattutto,  per lo sviluppo della valle dell’Ufita e dell’intera provincia”. Giancarlo Vitale