Rifondazione: “La Campania non è proprietà di De Luca”

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Sono comparsi in questi giorni anche ad Avellino i mega manifesti elettorali di Vincenzo De Luca. Lo slogan recita: “La Campania in buone mani”. Favoloso. E’ infatti la migliore sintesi del quinquennio deluchiano. La Campania come cosa sua, guidata dall’ uomo solo al comando, dal conducator, dal fantasmagorico trasformista sempre pronto a recitare tutte le parti in commedia, dal demiurgo che plasma e moltiplica le liste a propria immagine e somiglianza, rastrellando la creme esistente nel panorama politico regionale, con una particolare predilezione per due categorie di candidati: inquisiti e di destra. Se poi, come spesso accade, questi riescono a concentrare le due caratteristiche nella stessa persona, il posto in lista è assicurato, insieme al plauso del presidente. Il caro lanciafiamme, intanto, De Luca l’ ha riservato a quello che dovrebbe essere il suo partito, il PD, destinato, comunque vadano le elezioni, a ridursi a un protettorato deluchiano, in cui per avere la parola si dovrà chiedere il permesso all’ultimo dei suoi lacchè. No, la Campania non deve essere nelle mani di nessuno, deve essere in quelle dei suoi abitanti, i quali non hanno bisogno di padri padrini e padroni e hanno tutto il diritto di riappropriarsi del loro destino. E’ da questa ispirazione ed ambizione, dall’ esigenza storica di dover condurre una battaglia di libertà, che nasce la lista “Terra”, insieme al rifiuto si delegare il futuro agli umori di un’ oligarchia spregiudicata e, spesso, incompetente. Rifondazione Comunista vi ha aderito, e ha contribuito a costruirla, da subito, nella convinzione che il solo ambientalismo credibile è quello progressista ed è quello che nasce dal conflitto sociale. L’ alternativa al sistema di potere dominante non può certo essere rappresentata da una destra a trazione fascio- leghista che per prima ha introdotto in Campania certe pratiche deprecabili e che oggi ripropone le stesse logiche di De Luca, soltanto con una minore capacità di attrazione a causa della recente lontananza dalle postazioni di potere. Una destra attualmente egemonizzata da un partito, la Lega, che in queste settimane sta ancora una volta rivelando, con il caso rimborsi, il suo veto volto di partito del malcostume politico e del malaffare. L’alternativa non può essere incarnata nemmeno dal Movimento 5 Stelle, che appare in caduta nei consensi e, soprattutto, in uno stato di grave confusione mentale. Una formazione che in Consiglio Regionale ha spesso fatto molto rumore per nulla, lasciando però passare, rinunciando dl referendum, la controriforma con cui De Luca, introducendo il voto di fiducia, ha mortificato gravemente l’ assemblea. In conclusione, se un tempo il cambiamento poteva arrivare con il vento del Nord, oggi potrebbe cominciare con Terra del Sud.