Salvini-Lega, matrimonio in crisi?

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Di Gianni Festa

Tempi bui per Salvini.  Il “capitano” si è spinto negli ultimi tempi troppo in avanti ed ora è costretto  a fare i conti in più direzioni. Con la premier Meloni che gli fa scivolare  tra le mani alcune promesse fatte; con i suoi fidati nel governo , come Calderoli, che vede slittare a chi sa quando la legge sull’Autonomia differenziata regionale; con il terzo mandato che allerta Zaia che ormai prende le distanze e, infine,  con i nostalgici di Bossi, il fondatore della Lega, che scalpitano vedendo in pericolo l’identità del movimento nordista.

Tanta roba che potrebbe diventare esplosiva da un momento all’altro anche in vista del voto europeo.

I rapporti con la premier

Formalmente sono buoni, in realtà sono ad alta tensione. Anzitutto sulle nomine, in particolare alla Rai.  Salvini  vuole, oltre alle attuali direzioni di genere , un’altra direzione per Marcello Ciannameo, pur mantenendo il posto in cda  destinato ad Alessandro Casarin, direttore del Tg3.  Sulle altre nomine, Ferrovie ecc, la partita è tutta ancora aperta.  Tuttavia dove lo scontro è difficilmente superabile  tra Salvini e Meloni è sullo slittamento dell’attuazione della legge sull’Autonomia differenziata  che potrebbe subire uno slittamento dopo le elezioni europee.

La premier infatti  teme che  non  rimandare la riforma dell’Autonomia differenziata regionale a dopo le elezioni europee “sarebbe un disastro”  in particolare al Sud che dalla norma si ritiene essere penalizzato in termini di consenso a Fdi e alla coalizione di centrodestra, mentre la Lega potrebbe giocarsi il risultato  positivo al nord.

Per questo Meloni sarebbe per lo slittamento della legge già approvata al Senato, ma ferma alla Camera. Di diverso avviso Salvino che vorrebbe il varo della norma entro maggio.

Il Capitano contestato.

Ma anche al  Nord le cose non vanno bene per Salvini.  Sul terzo mandato il governatore Zaia prende le distanze e mentre il leader della Lega gli suggerisce  un ruolo europeo, Zaia replica seccamente “ quando sarà l’ora deciderò io del mio futuro”.

La contestazione nei confronti del vice premier riguarda anche il cambio dell’identità del movimento. Bossi, fondatore della Lega  il 12 aprile del 1984,  parla chiaramente di tradimento di Salvini nello spirito e nella missione politica del partito, svendendo  “l’antifascismo bossiano con un criptofascismo alla Vannacci”.

Lo scontro in casa Lega è durissimo tanto che l’europarlamentare della Lega Giannantonio Del Re  per aver appellato  Salvini “cretino” è stato espulso dalla Lega.

E poi c’è il caso Basilicata, la Regione chiamata al voto nel prossimo aprile, con Salvini che vuole dire la sua nel centrodestra dopo le scelte fatte.

Salvini al capolinea? Non è detto, anche perché le prossime elezioni europee potrebbero essere utili a rassenerare gli animi e. in base di risultato favorevole al centrodestra, ridare fiato alle trombe del capitano.