Salvini sempre più in confusione

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Da mesi, ormai, il segretario leghista sembra arrancare, zavorrato dal trend negativo che ha fatto segnare alla “Lega per Salvini premier” la perdita di molti punti. E ora la sua situazione sembra essersi fatta ancora più delicata. Dopo l’oggettivo logoramento della narrazione sui migranti su cui aveva abbondantemente lucrato all’epoca del governo giallo-verde, appare da tempo privo di idee.  Prigioniero di una retorica anti-europea ormai superata, rischia di restare fuori gioco nella nuova fase  aperta con il varo dei massicci aiuti anti-Codiv. E’ ormai tallonato (per non dire perseguitato) dall’immagine di Zaia buon amministratore e di politico non barricadero. Contestato da buona parte dei leghisti duri e puri per la sua svolta nazionale e ancora di più per l’operazione di sfondamento al Sud, per ora clamorosamente fallita.  E’ criticato apertamente da Giorgetti, fautore di un allargamento agli ambient che contano. E’ fatto oggetto di mugugni più o meno forti  per la gestione personalistica della Lega dimostratasi alla lunga elettoralmente improduttiva. Infine, la sua dichiarata leadership del centro-destra appare più nominale che effettiva e per giunta sostanzialmente contesa da FdI in crescita e dai riconoscimenti politici tributati alla Meloni dai partiti fratelli in Europa. Insomma, dopo i giorni del Papeete, ce n’è abbastanza per popolare le notti salviniane di incubi! Per attenuare le crescenti tensioni interne) ci saranno le solite modalità tipo una Segreteria collegiale (forse allargata ad alcuni governatori). Meno componibili appaiono le contraddizioni di linea politica. Un partito che abbia come obiettivo il governo nazionale deve anche coltivare quelle relazioni con gli ambienti che contano – economia, finanza, imprenditoria, istituzioni – che il Capitone leghista ha finora gravemente trascurato. Egli ha preferito puntare sul vortice di piazze perennemente mobilitate, cosa che ha finito per allarmare buona parte dell’opinione pubblica italiana, dopo il fortunato passaggio dalla fase secessionista a quella “nazionalista” della Lega.

 

Ancora una volta, tuttavia, è la questione dei rapporti con l’Ue ad apparire in tutta la sua portata politico-strategica. Aggravata dalle inquietudini di diversi europarlamentari, stanchi di essere fuori dai giochi e politicamente isolati da tutti in quanto appartenenti al gruppo Identità e democrazia. Ormai sono in moltii a ritenere ineludibile un cambio di passo rispetto alla obsoleta narrazione salviniana di una Unione europea insensibile e cattiva. Insistere su questo leitmotiv nel periodo in cui si parla di approntare progetti di spesa milionari per spendere i fondi Ue, significa tirarsi fuori dalle scelte e restare isolati. Per ora, alle esortazioni ad aprire un dialogo con il Partito popolare europeo il Capitone leghista ha risposto solo attenuando i toni, ma sembra essere – nonostante le pressioni interne – ancora tutt’altro che convinto!

Un altro imprevedibile scenario si é affacciato in questi giorni, grazie alla visionaria inventiva dell’ex Presidente del Senato, il forzista Marcello Pera, che con molta fantasia ha invitato Salvini ad assumere nientepopodimeno che la guida di una nuova “rivoluzione liberale”. Che é un po’ come se il Papa chiamasse Lucifero a difendere la Chiesa! Difficile individuare, nel panorama politico italiano, un personaggio più distante di Salvini, per temperamento e per (assenza di) legami culturali, dal mondo liberale. Un prototipo di uomo solo al comando, inconciliabile con la divisione dei poteri di natura liberale. Un istrione capace di capriole incredibili, con una disinvoltura senza pari! Prima il trasformistico passaggio da secessionista a pseudo- nazionalista. Poi la svolta dirigista,  con quota 100 e reddito di cittadinanza. Infine la quasi ostentata simpatia per Putin, che per il suo passato ma anche per i tanti lati oscuri del suo presente, può essere scambiato per tutto tranne che per un liberale!

In questo tempo che non finisce di offrire stranezze a gogò e trasformismi clamorosi, pensavamo di aver visto e sentito tutto. Salvini possibile artefice di una rivoluzione liberale é qualcosa, però, che va al di là delle più immaginifiche fantasie politiche!

di Erio Matteo