Save the Children, ogni minuto un bambino muore a causa dell’acqua

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Uno scarso accesso a questa risorsa e a servizi igienico-sanitari adeguati
contribuisce alla morte di 1 bambino su 5 [1]. L’8% dei bambini sotto i 5 anni perde
la vita a causa di forme gravi di diarrea contratte attraverso l’acqua [2].

Tra le principali cause di mortalità infantile vi sono malattie contratte
attraverso l’acqua, uno scarso accesso a questa preziosa risorsa e servizi
igienico-sanitari inadeguati. A denunciarlo, alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua, è Save the Children.Se a livello globale quasi 1 persona su 3
(2,1 miliardi) non ha accesso ad acqua
sicura e 1 su 9 ai servizi igienici[3],
infatti, l’acqua
contaminata – osserva l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per
salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro – è uno dei maggiori
vettori di malattie quali il colera, la dissenteria, il tifo, la poliomielite e
la diarrea [4]; solo quest’ultima provoca
ogni giorno il decesso di circa 1.000
bambini sotto i 5 anni, 361.000 in un anno [5].
“Già oggi 159
milioni di persone raccolgono l’acqua da laghi, pozze, fiumi e entro il 2025
metà della popolazione mondiale vivrà in aree dove è scarsa [6]. È necessario adoperarsi
col massimo impegno per garantire a un più ampio numero di minori l’accesso a
questa essenziale risorsa in condizioni di sicurezza e ai servizi
igienico-sanitari di base: non possiamo accettare che ogni anno centinaia di
migliaia di bambini muoiano per patologie facilmente prevenibili contratte per
mezzo dell’acqua” ha dichiarato Daniela
Fatarella, vice-direttrice generale di Save the Children.
Ai rischi
connessi all’assunzione diretta di acqua contaminata (2 miliardi di persone
fanno ricorso a fonti d’acqua contaminate [7]) si aggiungono anche
quelli legati al venir meno di quelle pratiche igieniche che, laddove l’acqua è
molto scarsa, non sono considerate una priorità: di fronte alla poca
disponibilità d’acqua, per esempio, è spesso considerato superfluo un gesto
semplice come lavarsi le mani, che da solo può abbattere l’incidenza della diarrea infantile fino al 53% e quella della polmonite fino al 50% [8].
“La mancanza d’acqua innesca un circolo vizioso per cui, tra fonti
contaminate e servizi igienico-sanitari carenti, le probabilità di contrarre patologie potenzialmente letali per i più
vulnerabili, come i bambini, aumentano pericolosamente” ha aggiunto
Fatarella. “A questa catena di conseguenze negative si aggiungono ulteriori
anelli nel caso della siccità, che è
accompagnata da complicazioni quali l’insicurezza alimentare e, dunque, dalla
diffusione di elevati livelli di
malnutrizione”.
Nell’Africa orientale, in particolare, la siccità, unita ai
conflitti endemici dell’area, ha condotto nel 2017 alla peggiore carestia degli ultimi anni. L’impossibilità di coltivare e la morte del bestiame causate
dalla mancanza d’acqua hanno portato a una gravissima insicurezza alimentare
che ha colpito 21 milioni di persone
in Somalia (1,2 milioni di bambini malnutriti), Etiopia (3 milioni di
bambini e donne incinte o in allattamento malnutriti, dei quali 333.500 bambini affetti da malnutrizione grave
acuta),Kenya (circa 483.000 bambini
malnutriti) e Sud Sudan (1,8 milionidi bambini e donne incinte o in allattamento malnutriti).
L’anno scorso,
inoltre, sono stati registrati più di 131.200
casi didiarrea acuta e colera tra
Etiopia, Somalia e Kenya.
“Gli effetti della siccità sui bambini sono
devastanti e non si limitano ai rischi sanitari: nei paesi colpiti in modo
più pesante da questo fenomeno, come la Somalia, il livello di stress al quale
la popolazione è sottoposta accresce il rischio di violenza e abusi. L’esigenza
di contribuire in ogni modo alla sussistenza della famiglia, inoltre, conduce
spesso alla separazione di famiglie,
allo sfruttamento dei minori e alla
loro fuoriuscita dal sistema educativo.
Il futuro di questi bambini, – quando saranno abbastanza fortunati da averne
uno – potrebbe essere irrimediabilmente compromesso” ha concluso Daniela
Fatarella.