Scarcerato avellinese arrestato a Lecce

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2019

Si è tenuta sabato mattina, nel carcere di Lecce, l’udienza di convalida del trentaseienne di Avellino, R. F., accusato di una serie di reati commessi la mattina del 29 giugno 2017 nel capoluogo salentino e per i quali era stato arrestato in flagranza dagli agenti della Questura di Lecce.In particolare l’avellinese è accusato di una tentata truffa aggravata commessa nei confronti di una signora leccese di sessantotto anni che, spaventata dai modi aggressivi del giovane che pretendeva dalla malcapitata un risarcimento, avvertiva un malore, con conseguente caduta al suolo.Trasportata d’urgenza in ospedale, le veniva diagnosticata “ritmo sinusale cardiaco con emiblocco anteriore sinistro”.La scena no è passata inosservata agli agenti della Polizia di Stato che transitavano in quel frangente. I poliziotti, scesi dall’auto, chiedevano al giovane avellinese cosa stesse succedendo. Quest’ultimo, dopo aver detto di non conoscere la donna, declinava false generalità e, dopo aver spintonato gli Agenti, si dava alla fuga a piedi.Dopo un breve inseguimento, l’uomo veniva raggiunto e arrestato. Nelle sue tasche veniva rinvenuta anche la somma in contanti di Euro 950,00 della quale il giovane, disoccupato, non era in grado di spiegare la provenienza.R.F. veniva quindi tradotto, su disposizione del Pubblico Ministero di turno, Dott. Carducci, presso la Casa Circondariale di Lecce.Nella giornata di Sabato 1° Luglio si è tenuta in carcere l’udienza di convalida a carico del giovane avellinese, accusato di tentata truffa aggravata, lesioni personali, false dichiarazioni sulla propria identità e resistenza a pubblico ufficiale.Il Gip del Tribunale salentino, Dott. Michele Toriello, in accoglimento della richiesta del difensore di fiducia dell’arrestato, l’avvocato Rolando Iorio, ha disposto l’immediata scarcerazione del trentaseienne con l’applicazione della misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione. Il Pubblico Ministero, anche in considerazione dei numerosi precedenti penali del giovane, aveva invece chiesto l’applicazione della misura cautelare in carcere.