Scenari sempre più inquietanti

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E’ ormai quasi certo che la destra vincerà (o stravincerà) le elezioni politiche e la Meloni sarà il prossimo presidente del Consiglio donna. Non c’è competizione e lo stesso Letta, segretario del PD, parlando ai suoi, ne è tanto convinto da invocare un voto utile di almeno il 4% che i partiti del centro sinistra dovrebbero far convergere sul PD in alcuni collegi uninominali per limitare i danni.

Il ravvedimento è tardivo ed ora che la frittata è fatta si vuole correre ai rimedi.  Ci si doveva riflettere prima. Anche i sassi sanno che la peggiore legge elettorale (che stesso PD, seppure quello di Renzi, aveva votato) impone accordi elettorali quanto più ampi possibili (il fallito campo largo!), per conquistare seggi nei collegi uninominali! E’ stato un tragico errore di valutazione non aver fatto un accordo elettorale con Conte! E’ stato un tragico errore di supponenza e di scarso senso dello Stato quello di Calenda che si è sfilato da un accordo sottoscritto. E’ stato un tragico errore di Conte essersi prestato a far cadere Draghi Ora questi partiti, che si professano di centro-sinistra e contro la destra, tolgono voti al PD e portano acqua al mulino della destra.

Per spiegare il cupio dissolvi delle sinistre è utile ricordare la favola  della rana e dello scorpione, narrata da Esopo e più volte citata da Scalfari. Uno scorpione, non sapendo nuotare, chiese ad una rana di farlo salire in groppa per attraversare un fiume. Alla paura della rana, che temeva di essere morsa mortalmente, lo scorpione la rassicurò dicendo che, se l’avesse morsa, non sapendo nuotare, sarebbe affondato e morto anche lui. La rana si convinse ma, arrivati nel mezzo del fiume, lo scorpione morse la rana che, morendo, gli domandò la ragione del suo gesto. E lo scorpione, nel mentre affogava, disse, rassegnato, che questa era la sua inclinazione e il suo destino. Così ha fatto sempre fatto la sinistra!

E veniamo alla destra che sempre più si identifica in F.d.I. Se vince – non sono solo i timori di Letta e del PD– riterrà di avere solo un mandato a governare o pensa anche di cambiare gli equilibri costituzionali? Per rispondere a questa domanda bisognerebbe interrogarsi su quale sia la “vera” Meloni”: se quella che parla a Cernobbio cercando di rassicurare gli industriali e la finanza o parla alla Comunità europea dichiarandosi a favore dell’atlantismo, della necessità di tenere i conti a posto, di europeismo, o quella che parla ai suoi nelle piazze, che non rinnega i propri valori espressi anche nel simbolo con le sue radici che richiamano la fiamma del MSI? E’ quella che in Spagna, al popolo di ex franchisti del Vox, partito di estrema destra, grida “Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana, sono italiana!” inspirandosi al ben noto: Dio, Patria e Famiglia! dove affiorano plasticamente le sue origini e le sue inclinazioni? E’ quella del presidenzialismo alla Orban e dei valori conservatori ed illiberali sui diritti civili, l’immigrazione, una politica dirigista e conservatrice in economia (Flat Tax, condoni, separazione delle carriere dei giudici) o è quella del suo popolo, dei La Russa, dei Tremonti delle Santanchè e dei Briatori, del nazionalismo, del sovranismo, del populismo, del reazionarismo, del conservatorismo sociale dell’euroscetticismo?  Improvvisamente ha messo da parte il proprio passato per accreditarsi moderata e sul solco della politica di Draghi, che ha sempre avversato, ma si è alleata con Salvini e la Lega ed il suo popolo è zeppo di nostalgici che fanno ancora il saluto fascista e di esponenti di Casa Pound? La sua vera natura forse ritornerà prepotentemente dopo l’ascesa al potere.

Il Vice Presidente della Commissione europea Timmerrmans- in un’intervista a La Repubblica della scorsa settimana- a proposito della Destra italiana ha detto:” La sua agenda sociale e morale mette paura” e “… il sovranismo non offre soluzioni ma illusioni”.

Di fatto, con la vittoria di una destra illiberale e tradizionalmente conservatrice, l’Italia si avvia alla quarta Repubblica e già sono molti, anche ex democristiani – dimenticando il solco tracciato da Sturzo e De Gasperi – quelli che si avviano a saltare sul suo carro.

di Nino Lanzetta