Corriere dell'Irpinia

Scommessa vinta per “Le sei notti di Venere”, il festival dedicato alle sonorità popolari conquista il pubblico

Scommessa vinta per il Comune di Avellino. “Le sei notti di Venere” hanno trasformato Avellino in una piccola capitale della musica popolare e mediterranea. Dal primo e travolgente appuntamento con il concertone di via Matteotti, lo scorso 20 agosto, all’ultima tappa del Festival diretto da Ambrogio Sparagna, domenica scorsa a Villa Amendola, è stato un crescendo di emozioni, segnato da una forte partecipazione. Dei giovani e delle famiglie.
Le radicate e profonde tradizioni culturali irpine, collegate alla tarantella ed ai carnevali locali, sono state riscoperte e rivalutate grazie ad un preciso impegno politico dell’Assessorato al Turismo, guidato da Laura Nargi. Un itinerario nel quale le sonorità irpine hanno abbracciato quelle del mondo.
I luoghi del cuore della città, in cui si respira la storia di Avellino, hanno visto risuonare le composizioni di artisti del calibro di Peppe Servillo e Toni Esposito, Ziad Trabelsi e Raffaello Simeoni, Clara Graziano e Erasmo Treglia. E dello stesso Ambrogio Sparagna, con la sua nuova “Attaranta”.
“Le sei Notti di Venere”, giunto alla seconda edizione, è già un appuntamento fisso e strutturale della programmazione culturale di Avellino. Un Festival di richiamo nazionale per tutti gli amanti del genere, che segna il rapporto indissolubile tra il capoluogo e le sue tradizioni.
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