Il voto contro di Rino Genovese, capogruppo di Patto Civico, e di Gerardo Melillo, capogruppo di Forza Avellino, è un chiaro segnale politico alla sindaca Laura Nargi.
Altrimenti non avrebbe avuto senso il no ad una proposta tecnica della maggioranza che ha votato la modifica della norma che individua la categoria C di dipendenti comunali full time come l’unica in cui si possono scegliere i segretari delle commissioni consiliari.
Genovese e Melillo hanno votato no insieme all’opposizione, diversamente da Geppino Giacobbe e Sergio Trezza, i due consiglieri comunali del gruppo Moderati e Riformisti del consigliere regionale Livio Petitto, che pure hanno sostenuto Patto civico alle amministrative.
Seppure la proposta della maggioranza in discussione era squisitamente tecnica, il voto di Genovese e Melillo, vicini ad Angelo D’Agostino, coordinatore provinciale di Forza Italia, si potrebbe considerare come uno strappo che ha una ragione seria.
Forse i due non condividono la linea dell’amministrazione Nargi, e dopo aver approvato le linee programmate, una decisione che li colloca a pieno titolo nella maggioranza, ora magari sono pronti a fare marcia indietro e a defilarsi, a scivolare verso l’opposizione. Forse sono delusi da come è iniziata la consiliatura, o anche dalla composizione della giunta, dalla rinuncia all’incarico di assessore del delegato al bilancio, Mario Calabrese, soprattutto potrebbero essere rimasti delusi dai papabili delegati all’assessorato alla cultura. Insomma Genovese e Melillo avranno le loro buone o cattive ragioni. Però lo strappo c’è e forse sarà difficile da ricucire.