Si può essere tolleranti con gli intolleranti?

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Di Monia Gaita

L’assalto a Roma della sede nazionale della CIGL da parte di un esercito scalmanato di manifestanti no-vax, suscita, urgente, una domanda: Si può essere tolleranti con gli intolleranti? Tolleranza è una parola che ha il suo primo antenato nella lingua latina. Tolerāre scaturisce da tòllere che significa sollevare(un peso, un carico), sopportare.

Occorre sorvegliare la libertà soprattutto quando si trasforma in ideologia fanatica e violenta, in visione settoriale e corporativa che lancia i suoi fendenti sugli spazi intangibili della democrazia, portando la rissa sgraziata e l’attacco volgare nei luoghi del vivere associato.

L’insulto è arbitrio, irruzione sgarbata, violazione dell’ordine e di quel mirabile senso del limite (péras) che per i Greci foggiava sapientemente tanto la sfera ontologica quanto quella metafisica, estetica, etica e politica.

Il mètron è la misura, la rettitudine e la proporzione dell’agire. Cosa fare quando si strappa o si supera il mètron e il péras? L’instaurarsi di una dialettica costruttiva e di un confronto fertile tra i cittadini può ammettere la sarabanda dei facinorosi, degli eccedenti, degli scassinatori e dei rabbiosi? No, credo proprio di no.

La libertà deve predisporre gli strumenti per difendersi dai nemici montanti della pacifica convivenza civile. Bisogna fare igiene della tolleranza, pulirla dalle scorie della troppa indulgenza, bonificarne il concetto. Tolleranza non può equivalere ad accettare la degenerazione e il tumulto incontrollato dei prepotenti.

In caso contrario, spoglieremmo questo lessema di tutta la ricchezza e di tutta la sostanza intrinseca, depurandolo e degradandolo ad una condizione generica e astratta, senza spirito, senza ruolo e senza significato.

Ecco perché non si può essere tolleranti con gli intolleranti. Ecco perché non si può usare la pazienza passiva con le formazioni neofasciste e neonaziste. Ecco perché deve trionfare il lievito del rispetto e delle giuste norme costituzionali. Ecco perché deve regnare la forza della legge e non la legge della forza.