Silvia Scola racconta il padre a Trevico e inaugura una saletta cinematografica ad Ariano

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Una saletta cinematografica intitolata a Ettore Scola. E’ l’iniziativa promossa dall’istituto comprensivo don Lorenzo Milani, in programma venerdì 12 maggio, alle ore 10,30 presso la scuola secondaria di 1°grado “Covotta” in piazza Dante ad Ariano Irpino. Silvia Scola presenterà il volume dedicato al padre “Chiamiamo il babbo: Ettore Scola una storia di famiglia” di cui è autrice insieme alla sorella Paola. A prendere forma nel volume un ritratto intimo, caldo e sincero, tratteggiato da due delle persone che l’hanno conosciuto meglio: le figlie Paola e Silvia. Un racconto fatto di lavoro e vita privata, aneddoti curiosi, consigli da non seguire, risate, amici celebri, battute, lampi di genio, episodi toccanti, momenti pubblici e istanti di dolce confidenzialità. Il tutto reso più vivido da un vero e proprio «lessico familiare», per dirla con Natalia Ginzburg, fatto di espressioni legate alle vicissitudini quotidiane quanto al mondo del grande schermo. Paola è stata segretaria di edizione, aiuto regista e addetta al casting, nonché sceneggiatrice; Silvia si è sempre dedicata alla scrittura, tra l’altro collaborando alla stesura di tre pellicole paterne, Che ora è, La cena Concorrenza sleale. Insieme hanno già firmato un film-tributo, Ridendo e scherzando, con Pif nel ruolo di intervistatore di Scola, uscito poco dopo la sua scomparsa, a 84 anni, il 19 gennaio 2016.

Il titolo è un riferimento alla battuta di un film con Totò che va dal dentista in preda al dolore per un ascesso e si ritrova al cospetto del rampollo neolaureato del medico di fiducia, decisamente non all’altezza. Allora Totò soffrendo invoca: «Chiamiamo il babbo! Chiamiamo il babbo!». «Penso proprio che fosse una deformazione professionale – scrive Silvia Scola – quella regola numero uno dei contratti con i produttori, fare ridere, papà e tutti loro se la portavano anche a casa… Per esempio, in privato e al riparo da occhi indiscreti, si divertiva a recitarci il suo pomposo nome per intero, “Ettore Euplio Emidio Scola”, fingendo di darsi grandi arie: sia per Ettore, il gentile eroe omerico; sia per Euplio, Santo patrono di Trevico, il paesino in provincia di Avellino dove era nato; sia per Emidio, nientemeno che “semidio”».  A confrontarsi con Silvia Scola Marta Rizzo, ricercatrice storica del cinema. Modererà Maria Carmela Grasso.

Il 10 maggio sarà ancora Silvia Scola a raccontarsi a Trevico, alle 17, a Palazzo Scola, nell’ambito dell’incontro promosso dall’associazione Irpinia Mia nell’ambito del “Iv Ciak”.  A confrontarsi con Silvia Scola il critico cinematografico Paolo Speranza.