Solofra: 9 i casi di covid-19, Vignola: «Non ci stiamo risparmiando per gestire nel migliore dei modi l’emergenza»

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Nove casi conclamati di covid-19. Un’emergenza che ha cambiato la vita delle persone e che avrà ripercussioni, senza alcun dubbio, sull’intero indotto economico di un territorio che da sempre punta tutto sulle proprie attività industriali. Solofra vive un momento difficilissimo. La non facile situazione dell’ospedale Landolfi, la recente battaglia degli imprenditori e della gente comune per creare posti letto e un reparto di terapia intensiva. Luci e ombre di una situazione che, qualunque siano i tempi che porteranno alla fine del tunnel, sperando che l’uscita sia davvero vicina, è destinata a mutare per sempre il futuro civile, sociale ed economico della città della Concia.

Il sindaco di Solofra Vincenzo Vignola  ha tenuto ieri pomeriggio una conferenza stampa nella quale ha fatto il punto della situazione per ciò che concerne l’emergenza coronavirus nel territorio solforato.

«Come sapete allo stato attuale sono 9 i casi positivi. Di questi, due gruppi di 3 sono collegati tra di loro, quindi 6 casi, e poi vi sono gli ultimi 3. Di questi casi positivi 8 si trovano al Moscati, mentre l’ultimo caso venuto fuori ieri sera si trova nella sua abitazione già da diversi giorni.

Questo concittadino ci ha dato tutte le informazioni necessarie, siamo a conoscenza delle modalità, dei tempi e del luogo in cui ha contratto il virus, ovvero fuori dal nostro territorio». Sui casi di isolamento: «Vorrei anche fare un aggiornamento dei dati. Abbiamo 53 famiglie in isolamento obbligatorio perché collegate ai casi positivi. Vi sono 87 persone in isolamento fiduciario volontario/obbligatorio, cioè tutti coloro che per motivi più disparati hanno stabilito con noi precauzionalmente di andare in isolamento perché hanno avuto contatti diversi e spostamento da e per Solofra. Sono più di 300 le persone controllate fino ad ora».

Realismo e parole chiare. Vignola non nasconde nulla. L’impegno dell’amministrazione e delle autorità sanitarie è sotto gli occhi di tutti.

Ma occorre che anche i cittadini facciano la loro parte. La battaglia è lunga e il rispetto delle regole l’unica via di uscita».

Alfredo Iannaccone