Sperando di avere torto

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Undici giorni di funerale per una regina, Elisabetta II d’Inghilterra, che ha regnato per tre quarti di secolo quasi; sette ore per la tragedia di Senigallia, che ha semidistrutto quella splendida città marchigiana in riva al mare e si è portata via dieci vite; quattro giorni a partire da oggi per elezioni politiche di cui, di là dalle finzioni d’obbligo di cui, di là dalle finzioni d’obbligo cui certuni sono tenuti per motivi vari, non gliene frega niente a nessuno, a meno che non faccia parte della (quasi) tutta men che mediocre e famelica e rapace morra che si pasce alla generosa e doviziosa greppia e mangiatoia delle istituzioni parlamentari e, ancor di più, del governo e del sottogoverno. “Tutto è gloria nella storia” diceva una canzone di tanti anni fa, per affermare amaramente il contrario. Certo, se ben poco è gloria, almeno quella che si spaccia per tale, nulla avviene a caso sub sole o sub luna, a seconda delle preferenze lessicali. Il funerale infinito e sfarzoso e, dopo alcuni giorni, con effetti stancanti e annoianti, che è stato orchestrato per offrire la favola bella della monarchia e della regina saggia e buona, è servito a sedurre l’immaginazione di milioni e miliardi spiriti semplici. Elisabetta, sia detto in suo onore, si prestava per quello che è stata a interpretare un tale ruolo. Ma, che volete da me? Non scordo che l’Inghilter – ra è stata non solo una culla della democrazia occidentale ma anche per molti secoli la nazione che ha costruito un impero coloniale fondato sul razzismo e sullo sfruttamento del lavoro e delle risorse dei popoli assoggettati e spesse volte ridotti in schiavitù. Anche per questo sono repubblicano e di sinistra. Dunque, un po’ di misura non avrebbe guastato. Anche perché mentre il Covid continua a seminare malati e morti, e non sappiamo ancora quale sorpresa ci riserva l’inverno, va sempre più aumentando in Italia e nel mondo, per numero e per violenza, il numero dei disastri e delle catastrofi climatiche dovute a terrificanti sconvolgimenti atmosferici. Vogliamo dirne qualcuna a caso? Lo sapete che la metà dei ghiacciai delle Alpi italiane e della Svizzera si è sciolto? O che un terzo del suolo italiano, specie al Sud si è desertificato e che il nostro clima si va sempre più tropicalizzando? Che il buco dell’ozono è ormai una immensa voragine, che l’acqua dolce diventa sempre più insufficiente per le esigenze della popolazione del pianeta? Ancora: l’ozono atmosferico si va esaurendo, la perdita delle biodiversità è continua, l’acidificazione e il riscaldamento di mari e oceani pare inarrestabile con l’estinzione di migliaia di specie marine. Mi chiedo, venendo alle elezioni domenica prossima: per vincerle, non era necessario, serio e giusto affrontarle, da parte del PD, del Movimento Cinquestelle e di tutte le forze democratiche con un programma, nemico del capitalismo predatorio, che distrugge il pianeta e ci riporta all’Età della pietra, e, di conseguenza, basato sullo sviluppo sostenibile dell’Ita – lia e del pianeta, sulla lotta alle disuguaglianze e alle mafie, puntando sul Sud, sui giovani e sulle donne come risorsa primaria (e quindi proponendo una legge draconiana contro il femminicidio e le morti bianche ed elaborando progetti per creare lavoro)? Ma veramente qualcuno pensa di fermare Giorgina Meloni con l’Agenda Draghi, che è poi, se ci togli qualche sparata populistica, il programma della Destra? Concludo sperando di poter dire, a scrutini conclusi, che avevo torto.

di Luigi Anzalone