SponzFest, se il mondo va al rovescio

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“Porsi dalla parte altra dell’abitudine e sperimentare il rovesciamento del mondo così da fare della necessità un balocco, della morte vita”. Una nuova scommessa per lo Sponz Fest firmato da Vinicio Capossela, evidente fin dal titolo della rassegna “All’Incontre’R – Rivoluzioni e mondi al Rovescio”, di scena dal 22 al 27 agosto in Alta Irpinia. Ieri la presentazione, presso la Fondazione Dante Alighieri alla presenza del Direttore Artistico Sponz Fest Vinicio Capossela, Franco Bassi, Direttore organizzativo Sponz Fest e Michele Maffucci, Presidente Associazione Sponziamoci. E’ stato Capossela, su un tavolo imbandito con tanto di salame e vino, a illustrare l’idea centrale della quinta edizione del festival, che celebra il centenario del più grande evento del ‘900 ,la Rivoluzione Russa e insieme racconta un mondo possibile, una sfida che può partire dalle aree interne. “All’incontrè – ha spiegato Capossela – è il grido di battaglia delle quadriglie comandate da sposalizio dell’Alta Irpinia. Nel momento culminante del rito dionisiaco della fertilità, il Dio della dissipazione ordina l’insensato: cambiare il giro di danza, arriva allora l’ordine capriccioso, che rompe l’ordine e crea nuovo disordine che rinnova la vitalità, il ri–Creo (nuova creazione del mondo). E così si urla: “Contrè !!! Girè !!! All’incontrè”. Ma siccome la lettera eRRe in queste lingue ispide, forgiate con la zappa, sostituisce vocali e aggettivi, ecco che all’esortazione si aggiunge anche la erre finale. In questa eRRe rovesciata, che celebra il Rovescio alla lettera, stabiliamo il punto di contatto tra una terra svuotata, rivoltosa, ispida e ribelle e un paese lontano, protagonista della più grande rivoluzione”. Diventa così possibile ripartire proprio dai luoghi che appaiono ai margini e che invece possono rappresentare un polmone d’aria e d’immaginazione: “Lo Sponz Fest vuole essere un’occasione ideale di tutta questa Italia interna. “All’incontrè’R” è, per esempio, andare proprio in quei luoghi da cui la gente se ne è andata. Già questo è un rovesciamento del mondo, un piccolo atto che può generarne altri. Trascorrere una settimana insieme per costruire un mondo al rovescio, e quindi finalmente un po’ più giusto secondo natura, può essere un atto rivoluzionario ed è quello che ci e vi proponiamo. Lo Sponz Fest è nato in un piccolo paese dell’Alta Irpinia per darsi un’occasione di pratica di comunità. Lo sponzamento è la perdita della rigidità, l’ammorbidirsi nel bagno di sudore liberatorio della festa, del ricreo, del sacro tempo dell’inutile. Le società arcaiche e il mondo contadino conservavano ancora nei geni il bagliore dei grandi riti dissipatori dell’antichità, che rinnovavano la terra scuotendola. Questa ri-creazione non è solo fisica, ma anche ideale. Viene dalla circolazione a piede libero delle idee, che si ingigantiscono nel grande vuoto. Il vuoto può essere una risorsa, se non è riempito di immondizia”. Un festival che sceglie di abbracciare ancora una volta non solo Calitri ma anche Cairano, Conza, Sant’Angelo dei Lombardi, Rocca San felice, Villamaina nel segno di una formula consolidata che abbina teatro, danza, perfromance, reading, incontri, proiezioni, notti ad osservare le stelle e a bere vino nelle grotte di Calitri. Anche il programma scorrerà al contrario: dall’evento di chiusura il secondo giorno a quello di apertura l’ultimo giorno, dopo una prima giornata, il 21 agosto, in cui non succederà nulla, come la domenica biblica, momento del riposo dopo la creazione. Fra i primi nomi confermati di questo programma in continua evoluzione (o, meglio, Rivoluzione), Georgos Xilouris e Jim White, il liuto dalle corde di metallo del musicista di Creta incontra i tamburi di Jim White, batterista dei Bed Seeds di Nick Cave, PJ Harvey e di altri giganti del rock inquieto in un grande concerto all’alba o ancora Massimo Zamboni, cofondatore dei CCCP, con “Il cielo sotto Berlino”, letture e sonorizzazioni dal suo ultimo lavoro “Nessuna voce dentro”. Novità di questa edizione la Libera Università dei Ripetenti, un ciclo di incontri con alcuni esponenti del mondo culturale, dei media e del sociale, tra lezioni e gite didattiche, in programma fra il castello di Calitri e il sentiero della Cupa. A discutere di monoteismo e fondamentalismo – partendo da un’altra grande ricorrenza del 2017, il 500° anniversario dell’affissione delle tesi di Lutero – ci sarà lo storico del Cristianesimo Alberto Melloni, fra i massimi esperti del Concilio Vaticano II mentre a riflettere sul tema del “Contrario dell’Uno e altre contrarietà” sarà Erri De Luca, uno dei massimi scrittori e intellettuali italiani che proprio sulle barricate del ’77 si è formato. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, interverrà invece sul tema delle rivoluzioni nel mondo arabo mentre l’economista e giornalista del Sole 24 Ore Dario Deotto disserterà sul rapporto fra le norme e l’enorme, ovvero fra la Legge e la Vita. Mentre l’esperto di fama internazionale Luca Lombroso parlerà del rovescio metereologico. Presente anche la Fanfara che arriva, invece, da San Pietroburgo, l’antica capitale russa e primo focolaio della Rivoluzione. Sono i Dobranoitch e che suonerà all’alba, come in ogni mondo rovesciato che si rispetti. Fra i momenti più attesi del Fest, la grande parata fra le vie d Calitri, con tanto di bandierine totalitariste dello Sponz 2017, che culminerà in un concerto memorabile: sul palco Vinicio Capossela, Emir Kusturica con la No Smoking Band, Dobranoitch e il cantante “al Rovescio” Antonio Pompò, vero funambolo della parola. Al posto dell’assalto al treno in pieno stile “western”, banda russa e cavalieri saluteranno l’arrivo del treno allo scalo di Calitri per festeggiare, per il secondo anno consecutivo, la riapertura temporanea della tratta storica “Avellino-Rocchetta” che quest’anno si arricchisce di un nuovo pezzo dell’antico percorso ferroviario. Il direttore della Cineteca di Bologna Gianluca Farinelli accompagnerà i viaggiatori alla scoperta delle più importanti rivoluzioni nella storia dell’arte e del treno come elemento dell’immaginario rivoluzionario del Novecento. Dalla Maschera del Minotauro animata da Vurro ai concerti all’alba nello straordinario scenario di Borgo Castello, dalla Notte del Tamburo con le tammorriate dell’area partenopea, le tarantelle di Tricarico e la “tarantatrance” di Antonio Infantino che insieme a Vinicio Capossela renderà omaggio a Enzo Del Re all’arte contemporanea con SponzArt, la sezione ideata da Mariangela Capossela. E ancora le incursioni poetiche notturne di Vincenzo Costantino Cinaski, le magie surreali e grottesche del Mago Wonder, il concerto-omaggio al vento lungo il sentiero della Cupa di Fabio Mina, il liscio di Tonuccio e B-Folk, fino al gran finale con lo spettacolo “Mefite”, visione del mondo degli inferi, il mondo “di sotto”, ad opera del Teatro delle Albe e la Festa de Folli nella splendida Abbazia del Goleto, concerto medioevale di Giovannangelo De Gennaro per celebrare il gran rovesciamento finale, quello in cui gli ultimi saranno i primi.