La conversione verso l’elettrico si fa progressivamente più necessaria, ma per Stellantis non è una priorità. Almeno in Italia. Nel corso dello scorso meeting di Rimini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha riportato in auge lo scontro con la dirigenza del gruppo automobilistico. “Il governo ha fatto la sua parte, l’azienda no”. La querelle però si sposta sulla Gigafactory di Termoli, un progetto da almeno 2 miliardi di euro per il quale il governo ha messo a disposizione 400 milioni attinti dai fondi del Pnrr.
Nella città molisana era prevista una riconversione dell’ex stabilimento di proprietà della Fiat in un impianto di produzione di batterie elettriche da 40 gigawatttora per circa 800mila auto all’anno. La scelta della ACC, joint venture e tra Stellantis, Mercedes-Benz e Saft (gruppo TotalEnergies), di costruire il polo nel centro-sud Italia oltre a quello in costruzione a Kaiserslauten in Germania, avrebbe dato linfa vitale a tutto l’indotto, salvo poi un brusco dietrofront che ha portato alla sospensione dei lavori fino a data da destinarsi. “Se non ci risponde positivamente e velocemente sulla gigafactory di Termoli, dirotteremo altrove le risorse del Pnrr“, ha tuonato così il responsabile del dicastero, con una “minaccia” che suona tanto come un ultimatum.
A farne le spese è anche l’impianto Stellantis della vicina Pratola Serra. Futuro occupazionale garantito fino al 2030 grazie alla produzione dei motori Euro 7 del gruppo commerciale, ma oltre questo orizzonte temporale, non esiste nessuna ipotesi di conversione industriale. La nascita di un importante centro di produzione nella vicina città del Molise, che dista dallo stabilimento irpino poco più di 150 chilometri. Che con Pianodardine, rappresenta uno degli indotti automotive più importanti della Campania.
Investimenti per la conversione ecologica che al di là delle Alpi procedono spediti. Dall’Inghilterra all’Ungheria, passando per la Francia. Intanto in Italia iniziano a fare capolino, come mai successo nella storia, i cinesi della Dongefeng Motors, colosso di produzione delle auto elettriche. Con il benestare del governo. Carlos Tavares e i vertici del Gruppo sono chiamati a dare un segnale, positivo, al territorio italiano. E, in questo, l’Irpinia attende trepidante.