Svegliati Mezzogiorno

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Il Sud ha un cancro: è la classe dirigente. Non solo politica, soprattutto burocratica. Gli attuali ritardi nella presentazione dei progetti Pnrr sono il sintomo del malessere. C’è, nel Mezzogiorno, una burocrazia infetta e corrotta. Molto spesso incompetente. Se poi a tutto questo si aggiungono antichi mali come trasformismo e clientelismo la metastasi è bella e servita. Mentre si sfornano dati che confermano un dualismo a favore del Nord, si assiste alla solita lamentela degli amministratori locali meridionali che piangono miseria perché non dispongono del personale necessario per elaborare progetti. Ciò è vero fino ad un certo punto. Se però si riflette sul fenomeno della fuga dei cervelli dal Sud ci si accorge che nel Mezzogiorno la risorsa umana, soprattutto giovanile, non manca. Migliaia di giovani, con competenze straordinarie, sono costretti ad emigrare lottando contro quel circuito vizioso “occupazione-raccomandazione” che è una delle radici del male. Un altro dato negativo è la gestione della formazione professionale. Mentre la digitalizzazione diventa sempre più il passaporto per entrare nel futuro, nella quasi totalità delle regioni del Sud si sprecano risorse per la gestione di corsi di taglio e cucito o di parrucchieri. Di più. La grande occasione del Pnrr per la rinascita del Sud non è stata del tutto compresa. Essa prevede progetti di sviluppo globale, soprattutto nel settore dell’infrastrutturazione, mentre viene concepita come risorsa campanilistica per realizzare progetti minimi, stradine e fontanini in piazza. La lezione dello sperpero dei fondi nella seconda fase della Cassa per il Mezzogiorno non è stata recepita per evitare ulteriori errori. Come non si è riflettuto abbastanza sulla percentuale (ieri 34% oggi 40%) delle risorse destinate al Sud e mai rispettata. Il rischio di perdere l’occasione del Pnrr è anche in questo. Svegliati Mezzogiorno.

di Gianni Festa