Corriere dell'Irpinia

Televisione cattiva maestra 

Karl Popper, nel 1994, scrisse un pamphlet “Cattiva maestra televisione” nel quale avvertiva del pericolo che un forte potere della televisione, nell’informazione e nella qualità dei programmi, senza rigorosi controlli e deontologia professionale, avrebbe potuto influenzare l’educazione culturale delle masse condizionandone le scelte politiche. . Scriveva: “Una democrazia non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto…E così sarà se continueremo a consentire l’abuso.”
I partiti si sono impadroniti della Rai per determinarne il corso. In questa logica si capisce benissimo la resistenza di Salvini che vuole lasciare al suo posto l’amministratore delegato della Rai, Marcello Foa, bocciato dalla Commissione di vigilanza. Popper scrive ancora che” Un nuovo Hitler avrebbe, con la televisione, un potere infinito”. E’ vero che Salvini non è Hitler, ma è autoritario abbastanza e sovranista e la sua strategia politica contiene una dose preoccupante di sovranismo e sovversivismo strisciante, finalizzato a modificare, nei fatti, la democrazia liberale uscita dalla Resistenza e sancita nella Costituzione. Si comporta non da Ministro dell’Interno super partes, ed imparziale e rispetto delle leggi e del pluralismo, ma da conquistatore non soggetto alle leggi che viola nella convinzione che i suoi “atti” siano politici e pertanto non giudicabili dai giudici ma solo dagli elettori. Nella faccenda della nave Diciotti è riuscito nella difficile impresa di essere indagato per ben cinque reati gravissimi, senza fare una grinza ed irridendo la magistratura che – dice- dovrebbe processare con lui i milioni di italiani che lo votano. La televisione, invece di confutare con rettifiche doverose le sue continue falsità e sanzionare con fermezza, il suo comportamento, gli fa da cassa di risonanza presentandolo in video in ogni momento ed in tutte le occasioni e consentendogli di fare la più sfacciata propaganda. Fino a mandarne in onda, in diretta, ampi squarci del suo comizio di Pinzolo, la sera stessa dell’incriminazione, nella quale irrideva ed insultava la magistratura per l’imputazione della quale si gloriava. Fornendogli, così, una base di ascolto ben più ampia delle poche centinaia di ascoltatori di Pinzolo, un comune del trentino, famoso per una celebre danza macabra dipinta su una parete della Chiesa di San Virgilio dove i morti portano in corteo danzante i vivi. Il riferimento è pertinente se si pensa al disegno, non tanto recondito del qualunquismo sovranista di Salvini (cui fa bordone un accondiscendente Di Maio) di trasformare la democrazia italiana in un rapporto diretto con il popolo, senza l’intermediazione di un parlamento e di istituti di controllo, inutili ed eccessivi. Il disegno è quello di smantellare l’Europa come la sognarono Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni con il manifesto di Ventotene e che grandissimi statisti come Schumann, Adenauer e De Gasperi cominciarono a costruire e che, malgrado il mancato completamento, ci ha garantito 50 anni di pace. Salvini e Di Maio vogliono, invece, ripristinare i confini, l’uscita dall’euro, la possibilità di aumentare a loro piacere il debito pubblico fregandosi dei mercati e dello spread, riallacciare nuove alleanze putiniane e trumpiane anti europee e anti Nato. E’ il concetto di una democrazia autoritaria contro il pensiero e la cultura liberale, con l’aggravante che non parlano chiaro e distorcono la realtà. Obama da detto al funerale di Mc Cain: “Se ci abituiamo a distorcere la realtà per adattarla alla convenienza politica o all’ortodossia del partito, la nostra democrazia non può funzionare”. La televisione, invece, lascia fare, inseguendo questi faccendieri della parola e dell’informazione e concedendo loro il massimo spazio senza una seppur minima contestazione delle bugie, anche grossolane, che impudentemente propalano e del pericolo che corre il nostro Paese. Spesso l’opinione si intreccia con l’informazione, deformandola ad uso di parte, trincerandosi dietro la pluralità delle opinioni e degli opinionisti, nella considerazione che il telespettatore – che quasi mai legge giornali o librisi faccia una sua opinione non essendo in grado di farsela non distinguendo la realtà dalle bugie. Si è inventata la trasmissione spettacolo che ad oggetto la politica invece del cabaret. Si è santificata l’audience a fini pubblicitari e moltiplicati i sondaggi. I giornalisti – dice ancora Popper- dovrebbero essere apostoli della verità e – come i medici- fare un giuramento deontologico ed onorarlo. In un paese normale un ministro accusato di gravi resti avrebbe dovuto dimettersi e non continuare a stare al suo posto e continuare ad imperversare in Televisione!

di Nino Lanzetta edito dal Quotidiano del Sud

Exit mobile version