Tentato omicidio del boss Clemente, condannato a 8 anni e 4 mesi Di Matola

Esclusa al 35 enne l'aggravante della premeditazione

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Nella giornata di oggi si è svolto il rito abbreviato per Salvatore Di Matola, accusato del ferimento del boss Fiore Clemente e di un suo nipote Giovanni Pacca. Salvatore fratello di Gianluca Di Matola, l’uomo che uccise il boss Orazio De Paola, è accusato di aver sparato fuori da un supermercato a San Martino Valle Caudina a Fiore Clemente, 35enne, elemento di primo piano del clan Pagnozzi. Stamattina, presso il tribunale  di Avellino dinanzi al Gup del Tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone  è stato celebrato il rito abbreviato per Salvatore Di Matola difeso dall’avvocato Alessio Ruoppo accusato di  tentato omicidio aggravato dalla premeditazione ma senza metodo mafioso. Il Pubblico Ministero Cecilia Annecchini ha chiesto la pena di anni dieci per Di Matola, sottoposto alla misura cautelare in carcere dal febbraio  2022. La sentenza, infine, è stata di anni 8 e mesi 4 di reclusione. Esclusa la premeditazione.Entro novanta giorni il deposito delle motivazioni.

Un agguato in pieno giorno quello messo in atto da Di Matola per colpire uno dei vecchi boss del clan Pagnozzi, Fiore, 63 anni, sopravvissuto ai blitz e alle inchieste della magistratura.L’agguato è avvenuto l’11 febbraio, davanti a un supermercato pieno di gente a San Martino Valle Caudina. Un intero caricatore scaricato contro il sessantatreenne Fiore Clemente, che intorno alle 10:15 si stava avvicinando alla sua vettura accompagnato dal nipote. Ad agire un solo soggetto, a volto scoperto, che ha raggiunto in auto la zona, si è avvicinato ai due e dall’interno della vettura ha sparato contro Clemente ed il nipote, colpendo due volte il sessantatreenne e di striscio il ragazzo. Clemente, rimasto ferito all’addome e all’inguine fu trasportato da un’ambulanza del 118 al San Pio di Benevento, dove fu sottoposto a diversi interventi chirurgici. Ferito anche il nipote, Giovanni Pacca, che lavorava in quel’attività  e che stava accompagnando lo zio all’auto.