“Terremoto in Irpinia, germe di un nuovo antimeridionalismo”. Ricciardi contro l’autonomia

Il vice capogruppo Pd alla Camera: "Un momento di frattura insanabile tra Nord e Sud poiché, proprio allora, venne sdoganato definitivamente il luogo comune del Meridione palla al piede, inefficiente e incapace di spendere"

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Foto: profilo Facebook

“Vorrei articolare il mio intervento su due parole rispetto e disprezzo.
Rispetto per come il Ministro Calderoli per come ha seguito il provvedimento e per la coerenza spaventosa; quella che ha portato avanti dagli anni ’90. La differenza è che prima era più violento verbalmente e meno pericoloso istituzionalmente, al contrario oggi è più sobrio nelle manifestazioni verbali ma molto più pericoloso nei fatti”.
Lo ha detto Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd, nel corso del suo intervento in commissione Affari costituzionali.

“È rimasto coerente con quello che pensava nel 1994 quando pubblicò un manualetto propagandistico intitolato Mutate Mutanda dove, spiegando i suoi obiettivi, scriveva: ’Due anni orsono ero partito per Roma con l’obiettivo di distruggere il sistema sanitario nazionale per costruire il sistema sanitario del Nord’. Queste -sottolinea Ricciardi- sono le premesse del progetto autonomista della destra di governo. Vogliono ridurre i trasferimenti di risorse al Mezzogiorno”.

“Il vero rischio di questa riforma – prosegue Ricciardi- è in prospettiva perché si creeranno macroregioni con un blocco del Nord con peso demografico crescente, sistema produttivo più forte e maggiori risorse. Questo porterà progressivamente a una spaccatura definitiva del Paese. Ma noi non difendiamo solo il Meridione, difendiamo l’unità e la coesione nazionale letteralmente aggrediti da un disegno di legge che non sta in piedi. Calderoli del resto è quello che nel 2006 in un’intervista a Stella parlava di cancrena e che l’arto malato si doveva tagliare a Pesaro.

Questa è la visione di unità nazionale che ha il ministro. Una storia antica – denuncia il deputato dem- che comincia con il terremoto dell’Irpinia del 1980: quell’evento, va detto chiaramente, fu usato da una parte politica come germe di un nuovo antimeridionalismo e divenne – in questo senso – un momento di frattura insanabile tra Nord e Sud poiché, proprio allora, venne sdoganato definitivamente il luogo comune del Meridione palla al piede, inefficiente e incapace di spendere. E qui viene il disprezzo per chi da decenni mina l’unità della Patria. Il Ministro è il padre del porcellum e rischia di passare alla storia per una porcata più grande che porterà alla disgregazione dell’unità nazionale con buona pace dei patrioti di Giorgia Meloni”. Così ha concluso Ricciardi.