Tra furbizie e giochetti

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Tra litigi, bugie e piccole furbizie il sindaco di Avellino, Paolo Foti. prende tempo e assiste al continuo degrado della città. Ora è il cosiddetto Patto dei cento giorni, lanciato da Dino Preziosi che gli consente di guidare una maggioranza anomala. Intanto gli assessori non si sono dimessi, come aveva detto il primo cittadino che aveva solo richiesto un gesto di disponibilità a chi con lui sgoverna la città. Deludente, inoltre, appare il metodo con il quale Foti si appresta a superare la crisi. Un rimpastino che corrisponde più a salvare la forma che la sostanza. Non si capisce infatti l’ostinazione del primo cittadino nel riconfermare alcuni assessori che sono i veri responsabile di una città dai tanti cantieri aperti e mai chiusi. Forse il sindaco è ricattato? Forse vuole insistere sulla logica del voto di scambio? O, ancor peggio, le sue scelte corrispondono a consolidare un sistema di potere clientelare? Ma ecco che dal cilindro di Foti esce un’altra novità-strategia al ribasso. Egli tiene sospeso Preziosi (al quale fino ad oggi non ha mandato un segnale di accettazione della sua proposta) in attesa di ripescare qualche contestatore del governo cittadino nel Pd. Il mercato è aperto. I cosiddetti dameliani sono avvisati. In soldoni: se la maggioranza dovesse essere ricostruita dal Pd, la proposta di Preziosi servirebbe a poco. E lo stesso Preziosi potrebbe pentirsi di averla fatta. Se dal Pd si conferma la linea dure dai dameliani, allaora il salvatore dellapatria diventerebbe il direttore generale dell’Aor, Preziosi. Sono questi giochetti che stancamente si ripetono da tre anni ad affossare la città. Con la complicità di un Pd che oggi è figlio della malapolitica.

edito dal Quotidiano del Sud

di Gianni Festa