Tra lunghe attese e larghe intese 

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Le difficoltà nel trovare una maggioranza di governo, oltre che dai numeri, sono accresciute da una pesante coltre di diffidenze reciproche e di desideri di rivincita.

Essa grava sulle coalizioni e sulle singole forze politiche. Con il risultato che qualsiasi operazione di avvicinamento delle posizioni é resa più difficile e complessa. La direzione del Pd si é svolta in uno scenario surreale. Un convitato di pietra, Renzi, é fuggito senza trovare il coraggio di parlare al suo popolo. Però ha già preannunciato il ritorno non davanti al suo partito ma dalle colonne di un quotidiano. Fino a far fantasticare di un finale da film: l’assemblea nazionale che lo incoronerebbe di nuovo leader! Con la reggenza, il Pd sembra aver scelto un compromesso al ribasso. Nessun vero dibattito, nessuna consapevolezza del dramma storico di un ex partito della sinistra italiana. Solo persone e gruppi che si posizionano in vista di una sfida paracongressuale, quale sarà l’assemblea, come se le questioni strategiche possano essere risolte come per incanto scegliendo Tizio piuttosto che Caio! Il Pd appare stretto tra la possibile irrilevanza e l’incapacità di affrontare con senso di responsabilità le nuove sfide. Si trova, infatti, dinanzi a un bivio strategico. Nell’attuale quadro tripolare non solo non può avere più – lo dicono i numeri – il ruolo di architrave del sistema, ma deve ripensare valori e mondi di riferimento. Il rifiuto renziano di avere a che fare con il M5S appare poco comprensibile per un partito che aspiri a tentare di mantenere l’agibilità del sistema. L’autorevole politologo ed ex senatore Pasquino lo ha bollato addirittura come scelta eversiva. Il rischio è che possa condannare il Pd non solo all’opposizione ma all’irrilevanza isolandolo, nel disperato tentativo di riprendere la centralità perduta attraverso un nuovo lavacro elettorale. Linea difficile da tenere, come dimostrano le timide aperture di qualche esponente verso possibili governi di scopo.

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Certo, l’attuale quadro è estremamente frastagliato. E rischia di innescare meccanismi a catena di veti o indisponibilità reciproci che potrebbero portare a esiti incontrollabili. Salvini, uno dei vincitori, sospetta sempre che Berlusconi sia ancora tentato dal fascino del Nazareno e possa ricascarci, magari in forza di suggestioni filo-europeiste. D’altra parte, al di là delle sceneggiate televisive, anche lui non crederebbe alla possibilità di ricevere l’incarico. Anzi, viste le praterie che gli si sono aperte e considerata la leadership berlusconiana comunque al tramonto, un perdurare della redditizia linea dura potrebbe davvero in futuro consacrarlo come vera guida di coalizione. La sua ultima trovata sul Def alternativo rispetto a quello richiesto dall’Ue (pur sapendo che nessun governo può navigare contro l’Europa!) dimostra che Salvini è più interessato a rafforzarsi ulteriormente che ad affrontare davvero i rischi di andare ora al governo. Dove finirebbe schiacciato dall’esperienza e dai rapporti berlusconiani con l’establishment. D’altra parte, sono altrettanto forti i sospetti dell’ex Cavaliere, aggravati dalla competizione interna alla coalizione scatenata dal leader leghista. Finita con il risultato non brillante di FI. Secondo Berlusconi, ansioso di partecipare ai giochi per il nuovo governo, l’alleato leghista, nonostante i proclami, saboterebbe ogni possibilità di tornare al governo per completare la sua piena egemonia sul centro-destra. Magari anche tornando presto alle urne. Una prospettiva che l’ex Cavaliere vede come il fumo negli occhi. E lo allontana ancora di più da Salvini! Il meticoloso lavoro che Mattarella ha iniziato non potrà non tener conto innanzitutto della necessità di un esecutivo che mantenga l’unità politica del Paese. Difficile che possa ignorare il clamoroso risultato elettorale del M5S favorendo striminzite combinazioni numeriche che tengano i Pentastellati all’opposizione. La prospettiva del Nazareno appare indebolita dalla sconfitta di Renzi e di Berlusconi. E improbabili le soluzioni che siano mortificanti per le esigenze di rappresentanze del Nord produttivo. Questo paziente lavoro di ricucitura avrà bisogno di tempo. Ce ne sarà abbastanza ?

di Erio Matteo edito dal Quotidiano del Sud