Trivelle, Della Pia: Irpinia “sotto attacco”

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Referendum trivellazioni, la nota del Prc con Tony Della Pia:
Il modello produttivo basato prevalentemente sull’uso intensivo dei combustibili fossili, petrolio e carbone, ha causato una preoccupante concentrazione di gas serra. Il vertice di Parigi sul clima svoltosi nel dicembre 2015 pur limitandosi a invitare gli stati a perseguire una progressiva dipendenza da petrolio e carbone ha impegnato gli stessi a contenere il riscaldamento globale entro 1.5 gradi centigradi perseguendo la strada della de carbonizzazione. Ebbene, poiché il Governo Renzi insieme con altri 185 paesi si è assunto la responsabilità di raggiungere tale obiettivo per coerenza, avrebbe dovuto elaborare politiche energetiche e industriali in linea con gli impegni assunti a oggi però disattesi, giacché la discussione non è stata, neanche calendarizzata in parlamento, ma soprattutto perché le politiche fin qui attuate seguono la strada opposta. Le dimissioni del Ministro Guidi oltre ad evidenziare collusioni e oscure illegalità nel settore petrolifero rilevano la subalternità ai poteri economico – finanziari degli Stati sempre più prigionieri delle multinazionali e imbrigliati nei tentacoli delle regole del mercato. Ogni persona dotata di un minimo di ragione non può non capire che di questo passo ci avviamo verso il disastro. Il referendum del 17 aprile contro le trivellazioni ha un significato straordinario perché strumento di democrazia nelle mani del popolo, il raggiungimento del quorum e l’auspicata vittoria del “SI” oltre ad essere in linea con quanto stabilito dalla conferenza ONU di Parigi rappresenterebbero un importante svolta e imporrebbe d’affrontare il tema della transizione energetica è l’investimento nel settore delle fonti rinnovabili, sottratte però a interessi speculativi e criminalità organizzata. La vittoria del “Sì” non farebbe perdere alcun posto di lavoro, poiché, le attività petrolifere in corso non cesserebbero immediatamente, ma progressivamente. C’è da dire che in Italia non esiste una tassazione specifica sulle imprese petrolifere che sono tenute a versare solo l’imposta ires al 27.5%, come qualsiasi altra impresa, inoltre, le royalty sono pagate per 18 delle 69 concessioni in mare e per 22 delle 133 concessioni attive a terra, solo 8 aziende su 53 le pagano, ciò in virtù del sistema delle franchigie sulle estrazioni esistenti nel nostro paese. L’Irpinia stessa è sotto attacco, infatti, una vasta area della nostra Provincia rientra nel progetto “Nusco” che prevede la realizzazione di una serie di pozzi esplorativi in pregiate zone a vocazione agricola oltre che turistica, tra l’altro ad alto rischio sismico, occorre fermarli per evitare esiti futuri disastrosi. Noi da sempre al fianco del coordinamento NO TRIV siamo in prima linea al fine di sensibilizzare e informare al massimo l’opinione pubblica, a tal fine sabato 9 dalle ore 10.00 saremo a volantinare al mercato settimanale di Avellino, domenica 10 alle 18.00 a Monteforte Irpino al fianco degli attivisti NO TRIV e martedì 12 dalle 20.00 a Bagnoli Irpino con un pubblico comizio.