Corriere dell'Irpinia

Tutti gli uomini sono responsabili dell’ambiente 

In una intervista di qualche giorno fa questa era una delle domande rivolte al dott. Cesare Gridelli: “Da che parte sta rispetto alle contestazioni dei medici per l’ambiente
circa il non riconosciuto stretto rapporto tra inquinamento ambientale e tumori?”. Egli risponde che sta dalla parte della scienza perché il registro tumori della provincia di Avellino lo tranquillizza, omettendo di dire che allo stato non c’è ancora una valutazione sulle differenze territoriali della provincia in termini di prevalenza e/o incidenza della malattia neoplastica. Sta con la scienza, come se noialtri medici per l’ambiente stessimo dalla parte della stregoneria. Ricordo sommessamente che le nostre osservazioni si richiamano all’Organizzazione Mondiale della Sanità e quindi hanno una solida base scientifica. Si può essere bravi clinici ma altra cosa è affrontare tematiche di tipo epidemiologico.

Il giorno 5 marzo all’A.O. Moscati è stata presentata la rete oncologica polispecialistica. E’ certamente un salto di qualità in termini di risposta sanitaria per la individuazione rapida ed efficace di percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali in un’ottica finalmente multidisciplinare. E’ qualcosa che va nella direzione giusta ed è effettuata in un’azienda ospedaliera che deve sostanzialmente fornire risposte in questa direzione. Siamo molto contenti di questo e siamo riconoscenti alla direzione strategica del Moscati e per lo straordinario lavoro che fanno valenti professionisti nella cura del cancro. Cito su tutti il dott. Carlo Iannace, che con grande slancio intraprende iniziative di sensibilizzazione, coinvolgendo tante donne soprattutto per la lotta al tumore della mammella. Dispiace solo che nella circostanza della presentazione della rete oncologica non vi sia stato nessun accenno alla necessità di interventi urgenti ed energici di PREVENZIONE PRIMARIA.

E’ o non è Avellino la città capoluogo di provincia col più alto valore medio di PM10? Più di Milano e più di Torino? E’ vero o ci siamo sognati questi valori? E’ vero o non è vero che sommando i giorni di sforamento di PM10 e quelli di ozono arriviamo per Avellino nel 2018 ad 89? E’ vero o non è vero che i valori di PM2,5 sono costantemente al di sopra della soglia di attenzione? E’ vero o non è vero che la IARC ha classificato l’inquinamento atmosferico come cancerogeno di I classe? Cancerogeno di I classe, esattamente come l’amianto citato da Gridelli nella sua intervista. La media annua di PM10 ad Avellino è più del doppio del valore di precauzione per la salute umana indicato dall’OMS e ciò vuol dire che al di là del numero annuo di sforamenti, che pure c’è, vi è un’aria malata, persistente, costantemente inquinata, di fondo. Visto che questi dati sono veri come mai allora dal mondo scientifico locale, dai colleghi medici impegnati con professionalità ed anche con ottimi risultati non giunge un autorevole richiamo ad interventi che combattano i fattori di rischio alla radice? Perché al massimo ci si sofferma a richiamare la necessità di sottoporsi agli screening? Gli screening sono utilissimi e vanno incentivati, servono a fare diagnosi precoce che è importantissima ma nulla hanno a che vedere con la prevenzione primaria.

Tutti gli uomini sono responsabili dell’ambiente in cui vivono, i medici lo sono due volte. Fino a quando un medico può rimanere passivo? Per continuare a garantire la salute di ciascuno, noi medici dobbiamo occuparci della salute dell’ambiente in cui viviamo. Questo è un principio dal quale non possiamo prescindere. Ce lo ha insegnato Ippocrate nel IV secolo a.C. Volendo fare un esempio semplice se abbiamo una fontana aperta che bagna continuamente il pavimento può essere utile tentare di asciugare continuamente il pavimento, mettere anche un’idrovora che aspira l’acqua, adibire del personale che accompagna le persone per evitare scivolamenti, disporre la presenza costante di un’ambulanza che possa intervenire rapidamente in caso di traumi da caduta, ecc. Possiamo disporre anche la presenza di uno psicologo che aiuti ad attraversare l’area a rischio senza temere cadute e conseguenze gravi. Ma il vero intervento che dobbiamo fare, come è ovvio, è tentare in tutti i modi di riparare la fontana e arrestare la perdita. La prevenzione primaria impegna risorse, ma è un vero investimento che riduce alla fonte i rischi, evita sofferenze, malattie e morti, produce risparmi colossali e straordinari da parte del SSN. Questa è la vera sfida per la quale sarebbe auspicabile che vi fosse più attenzione. I medici possono e devono fare da stimolo al decisore politico affinché si attuino politiche locali, regionali e nazionali a difesa dell’ambiente. Ambiente è salute!

di Franco Mazza

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