U.S. Avellino, vittima di sè stessa

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Vittima di sé stessa. E delle proprie scelte sbagliate passate. L’U.S. Avellino proseguirà il suo matrimonio con Massimo Rastelli, legato quest’ultimo da un contratto faraonico ed impensabile per la terza serie. La famiglia D’Agostino, dopo essersi separata col ds De Vito (il cui contratto scadeva comunque il 30 giugno, ndc), aveva deciso di allontanarsi anche dal tecnico di Pompei, ma di fatti visto la clausola vessatoria firmata in caso di esonero (relativo prolungamento fino a giugno 2025, ndc), ha preferito non optare per una nuova guida tecnica. Una scelta azzardata quella della società biancoverde data la stagione scorsa pessima dal punto di vista dei risultati (salvezza ottenuta solo all’ultima giornata e playout evitati solo per una concomitanza di risultati favorevoli, ndc), la comunicazione negativa avuta nei mesi con tutto l’ambiente ed una tifoseria che, dopo una “luna di miele” iniziale dovuta all’importante trascorso passato tra tecnico e calciatore, ha di fatti ripudiato Rastelli, lo stesso tecnico di fatti sfiduciato anche dalla maggioranza dell’organico. Progetto tecnico De Vito- Rastelli dunque fallito, ma paga solo De Vito e Rastelli resta. Così come lo scorso ottobre quando pagò solo Taurino e non De Vito (colui che ha creato la squadra). Con quale entusiasmo si ripartirà? Non è dato sapere. Spetterà al nuovo dg Salvini gestire una situazione a dir poco magmatica. Alla prima sconfitta Rastelli verrà contestato sicuramente dalla piazza, che ne chiederà prevedibilmente la testa. Ha senso ripartire così? I “matrimoni di convenienza” hanno quasi sempre poco durata…