Un mare di pittura per un’onda di libertà, Luca Pugliese porta la forza dell’arte alla casa circondariale di Foggia

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Un posto di rilievo nella pluridecennale e a dir poco variegata attività artistica di Luca Pugliese, pittore, musicista, architetto, cantautore, vanta l’impegno solidale a favore della popolazione detenuta avviato nel lontano 2013 con la tournée musicale gratuita Un’ora d’aria colorata, che nell’arco di un decennio ha visto il musicantautore campano esibirsi in ben 35 concerti in diversi istituti penitenziari italiani e far dono della sua musica ristoratrice a migliaia di detenuti.

L’arte nel e per il sociale è il filo rosso che corre tra questa esperienza, a oggi tutt’altro che conclusa, e il progetto Un mare di pittura per un’onda di libertà, che a breve vedrà Pugliese approdare alla casa circondariale di Foggia con al seguito non già la sua inseparabile chitarra né la session strumentale one man band che lo ha reso celebre al popolo carcerario italiano, bensì pennelli e colori da condividere con 15 ospiti dell’istituto di detenzione per la realizzazione collettiva di murales che andranno a rendere più accoglienti, vive e foriere di speranze alcune aree del complesso penitenziario.

Il tema scelto per questa action pittorica dal chiaro intento pedagogico è il mare e i suoi abitanti, tema propiziatorio dell’andare oltre, tra risacche che avvolgono e frenano e onde amiche che traghettano verso nuove rotte e nuovi orizzonti; il mare come metafora della vita stessa, con suoi miraggi e i suoi naufragi, con i suoi variegatissimi colori e le sue infinite sfumature.

“Mi pensare a questa mia nuova missione” commenta Pugliese “come a un’azione di coscientizzazione che, coinvolgendo creativamente il detenuto nel processo di riabilitazione e prospettandogli nuove possibilità, in altre parole mettendolo al centro, possa essere la fucina di un Umanesimo rinnovato che sia preludio di un nuovo Rinascimento. Come Bramante con la pittura allargò gli spazi della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, così io e i protagonisti di questo progetto cercheremo di allargare gli spazi angusti del carcere immaginando e creando nuovi paesaggi di vita oltre le sbarre”.

Nelle intenzioni della dottoressa Giulia Magliulo, direttrice della casa circondariale, il progetto, finanziato dall’Amministrazione penitenziaria, nasce dalla consapevolezza che “l’arte pittorica, anche per il suo essere strumento privilegiato di comunicazione intersoggettiva nonché terreno su cui sperimentare il contatto espressivo e creativo sia con la realtà circostante sia con le persone, è un validissimo nonché riconosciuto strumento di educazione e benessere nelle pratiche terapeutiche e nelle tecniche di salute psicofisica”.