Un nuovo umanesimo

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1969

Tra le grandi attese suscitate dal primo incontro carismatico di Monsignor Aiello con la folla entusiasta di Avellino va focalizzata l’urgenza e l’indispensabilità di ricostruire il connettivo umano, sociale e spirituale della comunità diocesana. E’ fondamentale partire da questa esigenza per delineare, progettare e attivare percorsi credibili di un nuovo umanesimo comunitario, rivitalizzato dal messaggio evangelico, per costruire quotidianamente e concretamente la chiesa “ospedale da campo” promossa da Papa Francesco affinché “ i poveri vivano con dignità e per l’inclusione di tutti”. Monsignor Aiello, con la concretezza pastorale capace di essere immediatamente percepita dal cuore della nostra gente, ha subito sottolineato questa esigenza, prendendo distanza dalla dissimulazione delle pratiche religiose, dai discorsi d’occasione e dagli incontri senza prospettive a cui siamo, purtroppo, da tempo abituati. Una comunità coesa, capace di alimentare la speranza e di promuovere il coraggio e la dignità di essere figli di Dio in cammino sulle difficili vie del mondo,credo sia la grande sfida socio-pastorale di Monsignor Aiello all’interno di una realtà diocesana dove i giovani fuggono verso approdi umani e professionali dignitosi, le persone anziane costituiscono da troppo tempo gli unici ammortizzatori sociali, la buona politica si rivela costantemente come un miraggio per la costruzione del bene comune. L’unanime entusiasmo per le prime esternazioni pastorali del nuovo Vescovo si carica immediatamente di una consapevolezza profonda: l’unica credibile via per ricostruire la trama di una comunità disorientata-a partire dai giovani- afferisce al magistero socio pastorale di un Pastore con il dono del carisma, capace di accompagnare le persone sui percorsi impegnativi della rinascita umana e spirituale. E anche diffusa la consapevolezza che se , malauguratamente, la chiesa diocesana dovesse non intraprendere la strada delineata lo stesso messaggio finale dei Vescovi delle diocesi meridionali -a conclusione del convegno di febbraio dello scorso anno a Napoli- per la costruzione di un nuovo, fecondo e concreto progetto di rinascita civile,culturale e politica delle comunità meridionali, si rivelerebbe solo un magnifico evento meramente di facciata, ma privo di un anima pulsante per realizzare , nelle diocesi meridionali e non solo,una diffusa “chiesa in uscita”. Il “tocco” carismatico di Monsignor Aiello è significativo in ordine a questa speranza, anche perché la sua prima visita pastorale è avvenuta il giorno successivo al suo insediamento, in una parrocchia di periferia, Santa Maria Assunta di Valle. In quella occasione – chi scrive ha avuto la fortuna di essere presente nella sua omelia, Monsignor Aiello, parlando di San Pio da Pietrelcina, ha delineato la grande prospettiva della “rivoluzione Cristiana” attraverso la santità dell’agire correttamente nella realtà ecclesiale, istituzionale e in ogni ambito della vita relazionale delle nostre comunità. Se questo è l’orizzonte socio pastorale del nuovo vescovo possiamo serenamente coltivare la fiducia di essere accompagnati da un uomo di frontiera, lungo il comune itinerario – laici e presbiteri per realizzare l’auspicato progetto di rinascita civile e spirituale delle nostre comunità.

edito dal Quotidiano del Sud

di  Gerardo Salvatore