Un nuovo umanesimo sociale

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La mobilitazione delle comunità della Valle del Sabato per la tutela ambientale coincide con la celebrazione della Giornata Mondiale di preghiera per la cura del creato, presieduta da Papa Francesco in Vaticano. Chiarissime, frattanto, le parole di Mons. Galantino -segretario della Cei – sulla emergente tematica: "La fede deve tradursi in assunzione di responsabilità…. i parroci non possono starsene in sagrestia, senza sporcarsi le mani, devono guardare a tutto ciò che riguarda l’uomo". È chiaro il riferimento al nuovo umanesimo sociale di Papa Francesco che interpella tutti: laici, presbiteri, esperti e politici, scuola e famiglie ed associazioni. La concretezza teologica e pastorale di Papa Francesco non si esprime solo con moniti e inviti alla consapevolezza, ma si traduce nella formulazione dell’ottava opera di misericordia sia spirituale che corporale, in aggiunta alle sette a cui eravamo fermi con il tradizionale catechismo. "La cura della cosa comune" assume rilievo prioritario sulla centralità della vita umana "oggetto della misericordia di Dio". Questa rivoluzionaria puntualizzazione del magistero pontificio in realtà riannoda i problemi emergenziali attuali con il versetto biblico della genesi: "Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, affinché lo coltivasse e custodisse". Non occorre essere necessariamente credenti per riconoscere il grande progetto di Dio, a favore dell’uomo e il consapevole monito di «custodire » il creato per assicurare la migliore qualità possibile della vita. Le insensate scelleratezze attuali della comunità internazionale hanno opacizzato questo plurimillenario progetto umano, fino ad arrivare al momento attuale che drammaticamente ci fa percepire il «grido della Terra», offesa e violentata. I progressi delle biotecnologie alimentari e quelli dell’ingegneria genetica, l’uso indiscriminato di pesticidi e antiparassitari, il ricorso esponenziale ai concimi chimici e la distruzione degli equilibri biologici ambientali, lo sfruttamento senza limite delle risorse naturali, l’inquinamento dei mari con il conseguente danno alla biologia marina, la cementificazione selvaggia e tante altre azioni non compatibili, hanno determinato una situazione ormai insostenibile se non si assume una consapevolezza globale. I danni, ormai sotto gli occhi di tutti, che hanno stravolto la Valle del Sabato – davvero paradiso terrestre fino agli anni 70 – dall’Isochimica alla Novolegno, fino a diventare l’attuale insopportabile deposito di rifiuti maleodoranti, denunziano non solo responsabilità dirette, ma interpellano gli amministratori disattenti, a tutti i livelli, per le loro imperdonabili omissioni. A fronte di tale situazione, approfondire i contenuti della "Laudato si" e trarne le dovute conseguenze non è solo un dovere morale dei credenti, ma una esigenza che solo un’assurda stupidità antropologica può ignorare.