Una legge contro Caligola

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Mentre a Napoli il Pd locale barcollava sotto i colpi impietosi delle telecamere di Fanpage che infangavano le primarie piddine, nella stessa capitale del Mezzogiorno ben 588 persone indicavano con un clic i tre finalisti (su 118 concorrenti iniziali) del concorso per la candidatura a sindaco del Movimento 5 Stelle, di un partito, cioè, che stante il montare dell’antipolitica sotto il Vesuvio, ha buone probabilità di arrivare al ballottaggio con il sindaco uscente De Magistris. Poco più a nord, nella capitale, nel centrodestra si sta ancora giocando una partita mortale, per la quale è stato inventato un termine – “gazebarie” – che ripugna alla lingua italiana almeno quanto la realtà politica che sottende: gli elettori sarebbero chiamati a dichiarare per quale motivo voterebbero un futuro sindaco scelto da un anziano signore che non si rassegna al proprio declino, e che forse ha anche ragione a non voler abbandonare il campo vista la miseria, e la volgarità in alcuni casi, di quanti aspirano alla successione. Nella stessa città di Roma, i 5 Stelle hanno incoronato la loro campionessa con i seguenti numeri: 2.750 iscritti al blog hanno partecipato alla elaborazione del programma; 200 cittadini hanno inviato un video di tre minuti; 3.862 iscritti certificati (da chi?) hanno selezionato i candidati e alla fine ha vinto quella che ha raccolto 1.764 voti. Lo scandalo delle primarie del Pd a Napoli ha intanto oscurato l’inchiesta giornalistica del “Foglio” sullo spionaggio della posta elettronica dei parlamentari e la notizia, non meno grave, del taglieggiamento-ricatto cui sarebbero sottoposti i candidati una volta eletti: la riprova, se ce ne fosse bisogno, che alla Casaleggio&Grillo non interessano le facce o le personalità dei loro rappresentanti nelle istituzioni, che devono essere semplici marionette nella mani del burattinaio. Chi ha visto l’ultima scena dello spettacolo “Grillo vs. Grillo”, con i parlamentari chiamati, come scolaretti, ad ingurgitare un insetto (glassato) offerto dal loro guru può essere rimasto inorridito, ma la realtà è, impietosamente, quella. C’è da chiedersi, allora, quale sia il peggior sistema, fra quelli elencati, per selezionare la classe dirigente locale, e quali possano essere i correttivi per sconfiggere un degrado che non sembra aver fine. La risposta non è facile, anche perché nel frattempo un lettore, non uno qualunque ma un docente universitario di diritto privato, del “Corriere della Sera” ha segnalato che una legge che disciplina la vita interna dei partiti garantendo trasparenza e democraticità anche nella scelta delle candidature già c’è, ma è stata ampiamente disapplicata; tanto è vero che un’altra legge, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”) è in discussione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera. Una deputata ex 5 Stelle ha chiesto alla presidenza della Commissione di ascoltare, fra gli altri, in qualità di esperto, proprio Gianroberto Casaleggio; ma i suoi colleghi rimasti nel partito hanno protestato, e se ne capisce anche il motivo: i 5 Stelle non vogliono che una legge metta il naso nelle procedure non democratiche che si sono date, così come fino all’altro ieri non lo volevano tutti gli altri partiti, che infine si sono rassegnati a cambiare idea solo quando hanno capito che la marea montante dell’antipolitica rischiava di travolgerli. Vedremo se Casaleggio andrà o meno, ma in ogni caso c’è da dubitare che una legge alla fine venga varata, e in caso positivo che sia tale da evitare il disastro attuale convincendo gli elettori che vale la pena di andare ai seggi. Nel frattempo, la classe dirigente locale, selezionata con i metodi che abbiamo descritto è quella che si vede. L’imperatore Caligola aveva anticipato i tempi proponendo il suo cavallo per il laticlavio; ma il Senato romano sopravvisse anche a Caligola. Speriamo così anche per le nostre assemblee elettive. Ma per fermare Caligola occorre una legge che funzioni.
edito dal Quotidiano del Sud