Una lotta tra bestie

0
1406

La realtà politica degli ultimi anni dimostra che è sempre più raro il caso del leader che riesce ad affermarsi sulla scena nazionale – ormai dominata da tv e social media – solo grazie ad intelligenza e a capacità di persuasione. Partiti e leader sempre più spesso tendono a dotarsi di potenti strutture di comunicazione. Per contribuire a costruire una solida immagine personale o collettiva. E per veicolare idee e posizioni. Insomma, per ampliare il consenso fra elettori non altrimenti raggiungibili. E’ ben nota, in proposito, l’opera della misteriosa e ormai leggendaria struttura di comunicazione della Lega salviniana, denominata “Bestia”. Essa ha riscosso perfino fra gli oppositori molti riconoscimenti per il lavoro svolto. Anche la Casaleggio associati, agendo in sinergia con il pool della comunicazione, ha permesso al M5S – sia pure tra gravi incertezze – di amplificare le sue battaglie. Ora anche la Meloni avrebbe messo su una analoga struttura. E il senatore semplice di Rignano, capo di Italia Viva, se ne sarebbe dotato. Forse per risollevare le sorti della sua più recente creatura, un po’ in difficoltà.

Per quanto riguarda la Lega, la crescita del suo consenso politico è certamente, almeno in parte, dovuta alla personalità del suo leader. Presenza sul territorio. Estrema disinvoltura anche nel cambiare posizioni. Discorsi elementari, ricchi di slogan e gesti plateali. Martellamento continuo su pochi ma sensibili temi.  La capacità di Salvini di “stare sul pezzo” si deve tuttavia al team della Bestia, coordinato da Luca Morisi. Esso individua quali temi possono interessare l’opinione pubblica. E veicola vastissimi consensi su quelli di maggiore attualità. La contemporaneità con cui migliaia di militanti approvano sui social gli interventi del leader ha fatto sospettare una gestione fortemente centralizzata. Clamoroso l’esempio della questione dei migranti. Con Salvini al governo, sembrava che orde infinite di migranti avessero invaso l’Italia! Fino a occupare ogni metro di territorio nazionale. E a togliere agli italiani ogni boccone di pane! Per cui bisognava assolutamente chiudere i porti. Dopo, magicamente, la bolla mass-mediatica si è sgonfiata. E ci si è accorti che gli sbarchi, sono in proporzioni gestibili. Come prima. Anzi, ha certificato l’Istat, meno di prima! La Bestia ha poi tentato di far sparire dai media l’affare Russiagate! Secondo copione, il leader – a cui il team segnala le reazioni dell’opinione pubblica su una certa questione – esegue le indicazioni. Ne è stato un esempio quello della crema di nocciole “nazionale”. Il Capitano aveva dichiarato che non la avrebbe più mangiata perchè aveva scoperto che le nocciole provenivano dalla Turchia. Avvertito della pioggia di proteste sui social, Salvini ha rettificato il tiro!

Oscuro ma potente anche il ruolo delle varie strutture di comunicazione del M5S nell’orientare l’opinione pubblica. Dalla “Casaleggio associati” ai vari portavoce, il Movimento non ha una regia centralizzata. Forse anche questo, insieme alle tante indecisioni del suo capo politico, ha giocato un ruolo in una comunicazione non sempre univoca ed efficace. Infine, hanno pesato anche le lotte interne, fino alle clamorose dimissioni dell’ex responsabile dei social, Debora Billi. Tuttavia, restano tanti dubbi circa la raccolta e la gestione di dati sensibili. Affidati a una società privata. Senza alcun controllo!

Anche Renzi ha costituito un team della comunicazione. L’ex premier è convinto che il suo tracollo politico nel 2016 sia stato dovuto solo a insufficienze di comunicazione, come dimostra l’assenza di ogni mea culpa sui passati errori. Il nuovo team è stato però subito sospettato del brutale attacco – con toni intimidatori e pubblicazione su Facebook della ubicazione della casa – al giornalista Formigli, che aveva incalzato Renzi sulla sua fondazione Open. E la apparente solidarietà del capo di Italia Viva è stata smentita dalla cancellazione dello scritto incriminato solo dopo una settimana!

In conclusione, vista l’enorme potenza di fuoco degli ingranaggi di comunicazione politica, quanto resta della libertà di vera scelta per i semplici elettori, sottoposti a veri e propri bombardamenti mediatici?

di Erio Matteo