Una lunga storia

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Tutto passa, poco rimane e quel che resta si trasforma. Se siamo bravi, in meglio. E’ la legge del tempo. Cambiano i costumi, le mode, le tecnologie, le abitudini. Corriamo verso l’ignoto con affanno e la riconquista di ritmi più naturali diventa desiderio. Quando Gutenberg inventò la stampa si gridò alla rivoluzione. Oggi con le nuove tecnologie, un solo click ci porta dove mai avremmo pensato di arrivare. Mi rivedo nel secolo breve con la mia amata Olivetti Lettera 22 a girare il mondo, sostenendo il peso di quella macchina da scrivere tutta di ferro. Inserivo il foglio – risento il rumore dei tasti – e se lo scritto non era di mio gradimento stracciavo e ricominciavo. Poi è arrivato il computer con il suo fascino, ma anche i suoi limiti. E ancora dopo lo smartphone, le App, la rivoluzione digitale che giorno dopo giorno ci consegna le ultime novità. E’ tale l’esplosione delle notizie che le scelte e la velocità di portarle a conoscenza si consuma in pochi secondi. Tutto è così veloce, eppure tutto è così rapidamente archiviato.La stampa cartacea quotidiana si dimena in una crisi epocale. Il costo della carta e le spese per la distribuzione dei giornali sono diventati proibitivi. Anche le edicole malinconicamente chiudono. Quello che mai potrà cambiare è la forza del pensiero per interpretare i fatti del mondo, l’esigenza di riflettere pur stando dietro alla modalità contemporanea del tutto e subito. In questa nuova temperie, il Corriere dell’Irpinia, storica testata che ha attraversato il secolo scorso, dopo varie metamorfosi, torna ai suoi lettori con la stessa missione che si prefiggeva nell’anno della sua fondazione, il 1923: offrire ai cittadini notizie, storie e approfondimento dei temi che innervano la realtà contemporanea. Lo fa raccogliendo il monito di un grande uomo del Sud, Carlo Levi: “Non c’è futuro senza passato”. E’ la formula adottata questo sforzo editoriale che mette in campo il meglio dell’intellettualità del Mezzogiorno, in particolare irpina, per fornire documenti e ricerche che possano essere utili ai giovani nel loro impegno per la costruzione dell’avvenire.L’obiettivo che ci muove, e per il quale intendiamo offrire uno strumento di riflessione, è formare e far crescere una nuova classe dirigente meridionale. Uno scopo che non abbiamo mai messo da parte e che ha alimentato il lavoro di questi lunghi anni tra due secoli. Cento anni fa, il nostro Guido Dorso, fondando il Corriere dell’Irpinia, si poneva come traguardo la costruzione di un nuovo Mezzogiorno, sfidando trasformismo e clientelismo. Il fascismo gli tolse la voce. Da tempo abbiamo raccolto il guanto di quella sfida che oggi vogliamo condividere con gli irpini onesti e motivati per frenare il degrado che avanza con la certezza che cambiare in meglio è sempre possibile.

Gianni Festa