Una nuova economia sociale

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Nell’attuale scenario politico ed economico globale, con Trump sempre piu’ contrario alla politica alanetaria sostenibile e Greta Thumberg che lotta con il suo “fondamentalismo” ambientale, all’interno del dibattito politico ed economico italiano prende quota-almeno a livello scientifico e culturale-il discorso della sostenibilita’ ambientale e dell’economia sociale. Come spesso accade,  i due filoni programmatici,sbandierati da politici piu’ loquaci,non sono sufficientementi delinati presso la stragrante maggioranza della nostra comunita’, prevalentemente non attrezzatao concettualmente per metabolizzare i contenuti e le prospettive  delle due piste di sviluppo. Per altro,nel clima  preelettorale gia’ incandescente, ancora nessun apirante candidato ha ravvisato l’utilita’ di motivare su basi programmatiche la propria candidatura, tantomeno ha mostrato di cogliere l’urgenza e la rilevanza strategica delle due tematiche accennate.Sommessamente,nel ritenere sempre utile conferire alla comunicazioe scritta dei tanti volontari che si cimentano con passione e impegno civile attraverso le pagine del nostro quotidiano,un minimo di offerta culturale, tentero’  di trattegiare  brevemente  i nessi esistenti tra sostenibilita’ ecologica ed economia sociale.Attualmente, secondo non pochi autori,lo sforzo da compiere è quello di integrare reciprocmente  le dimensioni del mercato, del sociale e dell’ambiente; quindi di promuovere una economia sostenibile nelle complesse relazioni sociali ed ecologiche.Questa sinergia non è separabile e non puo’ rivelarsi contro il mercato libero, come per altro chiarisce  la stessa Laudato si’i’.Da questo  necessario equilibrio puo’ nascere una “nuova” economia sociale di mercato come modello positivo sul fronte della tanta auspicata giustizia sociale.Siamo tutti consapevoli che troppo alti sono i costi previsti dal cambiamento delle politiche climatiche, si parla del 20 per cento del Pil globale, mentre si temono 200 imilioni di rifugiati per motivi climatici per il 2050.L’importanza e l’urgenza di un nuovo modello di economia sociale sono collegate all’Earth Overshoot, cioè al giorno in cui l’umanita’ consumera’ tutte le risorseo annuali della terra, come è avvenuto il 29 luglio del  2019. Frattanto l’Unione Europea semnbra prepararsi, sia con il Green New Deal(2019), sia con il Piano del Digitale(2020) a questa rivoluzione e l’Italia deve essere pronta con la tabella di marcia europea , soprattutto con li migliore utilizzo delle risorse  finanzarie europee previste per superare la crisi del post Covid 19. Va sottolinato, comunque, che l’aggettivo “sostenibile” deve necessariamente acquisire il significato di “orientato verso il futuro”, combinando, come indicato dalla Laudato si’i’, la dimensione sociale con quella ecologica e quindi con gli sforzi per un equilibrio globale prseente , con la solidarieta’, nelle generazioni future.Leconomia sociale di mercato- spesso chiamata “terza via” non deve’lessere intesa come “compromesso estrinseco” tra il capitalismo e le esigenze sociali ed ambientali.In questo senso l’economia sociale di mercato propone un modello integrale di sviluppo sostenibile e quindi un nuovo concetto di “progresso”.Con questi orizzon globali, nell’attuale momento di elaborazione del Piano  per la ripresa, i nostri politici dovrebero parlare di meno e studiare di piu’ i problemi  emergenti, progettando con consapevolezza rispetto alle dinamiche economiche e sociali sempre piu’ urgenti. Solo cosi’  lUnione Europea, finalmente solidalee  concreta, puo’ realizzare il decollo effettivo di tutto il tessuto economico, sociale e politico dellUnione stessa che, come ultimamente ha sostenuto Romano Prodi, resta ancora l’ultima trincea dei diritti all’interno di un grigio orizzonte globale.

di Gerardo Salvatore