La criminale invasione dell’Ucraina da parte di un sanguinario dittatore ha scosso gli animi di mezzo mondo non ancora sereni per gli ultimi strascichi della pandemia. Ognuno si sarà fatta un’idea ascoltando i tanti osservatori politici, storici, e analisti che impazzano in televisione e sui media. Noi ci limiteremo ad esprimere le nostre riflessioni sugli aspetti di una aggressione feroce e sanguinaria che, oggi in piena globalizzazione e cooperazione mondiale, coinvolge tutti i cittadini, anche se non stanno al fonte ma che ripudiano con forte preoccupazione il possibile esito catastrofico che, per un malaugurato errore o per sottovalutazione dei rischi volontà si ricorresse all’uso delle armi nucleari.
La prima riflessione è che non si invade una nazione di 40 milioni di abitanti, indipendente e sovrana, che ha scelto il metodo della democrazia e vuole essere artefice del proprio destino per quanto gravi possano essere state le colpe della Nato, dell’Europa, degli Usa e degli occidentali che hanno sottovalutato le continue intimidazioni di Putin sul presunto suo diritto garantirsi il proprio spazio vitale tenendo lontana la Nato e l’Europa dalle ex repubbliche sovietiche confinanti.
La seconda è che le forze militari russe sono di gran lunga soverchianti rispetto a quelle russe. Non c’è storia e l’Ucraina è costretta a cedere alla prepotenza e alla violenza pagando un contributo notevolissimo di distruzione e di morti di civili, donne e bambini. E’ un martirio perché non si possono combattere i carri armati russi con le bombe molotov e un muro umano, né gli aerei nemici con i fucili. Questa invasione è un crimine contro l’umanità, la democrazia, l’occidente, la libertà. Il popolo ucraino combattere contro l’aggressore a mani nude fino al sacrificio della vita che coinvolge non solo l’esercito ma centinaia di migliaia di civili. Vengono in mente le quattro giornate di Napoli nelle quali il popolo dei vicoli insorse contro i tedeschi ed alla fine riuscirono a scacciarli.
La terza è che stiamo assistendo ad un esodo biblico. Si parla di milioni di persone, anziani, donne e bambini che, anche a piedi, si portato alle frontiere della Polonia per venire in Europa che li sta accogliendo e ospitando con solidarietà ascoltando le parole di Papa Francesco.
E’ una guerra diversa da quelle del passato che non si combatte tra eserciti, ma coinvolge la popolazione civile anche per effetto delle sanzioni durissime decretate contro la Russia di Putin ma che colpiscono molte aziende italiane che hanno rapporti di affari, di esportazione e di cooperazione e per la dipendenza del gas che ci fornisce il gasdotto russo. Ma non è una guerra contro i russi che, specie i più giovani, subiscono pagando prezzi molto alti per le proteste in piazza vietate dal regime e per le quali sono state arrestate oltre 7000 persone che rischiano pene fino a 15 anni di carcere e dove sono state chiusi i social e i media e zittiti i giornali nella logica del pensiero unico
Manifestazione di solidarietà al popolo ucraino, no alla guerra esecrazione per il dittatore Putin assetato di sangue si svolgono in tutto il mondo e sono sempre più numerose e partecipate.
Putin vuole la neutralità dell’Ucraina e si sente sicuro solo occupandola e creandovi un governo fantoccio; ma non è una guerra solo contro l’Ucraina ma contro la democrazia e l’occidente. Putin la chiama semplice operazione militare e ammonisce che chi “usa altre parole può considerarsi un agente straniero”. La magia del significato dei vocaboli! Se non è zuppa è pan bagnato.
Ultima considerazione: gli amici di Putin che in Italia sono stati molti, da Salvini a Berlusconi, dalla Meloni a Grillo e a molti grillini sono scomparsi. Berlusconi avrà messo in soffitta il famoso lettone di Putin sul quale si sono svolte “storiche” battaglie e Salvini vuole addirittura –sfidando il ridicolo- offrirsi volontario mediatore tra l’occidente e Putin e Di Maio appare impari per un problema molto più grande di lui e lo stesso Draghi in mano ad una maggioranza irresponsabile in procinto di arrendersi.
Come andrà a finire? Speriamo in un miracolo e. che Iddio aiuti gli ucraini e noi stessi!
di Nino Lanzetta