Esami di stato, Flc Cgil: serve un protocollo per la sicurezza

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Sulla valutazione non potevamo aspettarci nulla di troppo diverso da ciò che è accaduto finora con l’aggiunta di un ritardo imbarazzante a un mese e poco più dagli esami di stato mentre le scuole sono state abbandonate dall’inizio dell’emergenza sugli indirizzi da dare alla costruzione dei processi e degli esiti di valutazione in tempi.

Su sollecitazione della FLC CGIL e delle altre OO SS firmatarie del CCNL il ministro ha convocato (ieri) una video conferenza per illustrare i contenuti delle tre ordinanze applicative della DL sulla scuola riguardanti misure sulla valutazione degli alunni e sullo svolgimento degli esami di Stato conclusivi del primo e secondo ciclo di istruzione. Ovviamente per valutare attentamente si attendono i testi.

Mentre sugli esami di stato conclusivi del primo ciclo di istruzione è assodato che la prova consisterà nella  produzione ed esposizione davanti al consiglio di classe in modalità telematica di un elaborato e sulla valutazione del percorso triennale complessivo, per gli esami di Stato del secondo ciclo sarebbe previsto lo svolgimento in presenza del colloquio orale. Il condizionale è d’obbligo visto che sarebbe prevista la possibilità di adottare la modalità telematica per specifiche condizioni in cui dovessero trovarsi insegnanti o studenti (secondo le  tabelle di rischio INAIL) e che, ovviamente, la scelta ultima dipenderà dalla situazione epidemiologica luogo per luogo.

Rispetto al colloquio in presenza l’elemento che più desta perplessità è il ritardo di sottoscrizione di un protocollo di sicurezza che valga per tutte le scuole, protocollo che è stato sottoscritto per i settori privati, e che metta gli istituti nelle condizioni di avere indicazioni e finanziamenti senza essere lasciate allo sbaraglio in nome del solito malinteso concetto di autonomia.

Nel complesso sul tema della valutazione c’è da sottolineare come l’estremo ritardo dell’ ordinanza specifica abbia già generato un sovraccarico di lavoro e di tensione per dirigenti e docenti. Molti docenti ci dicono avrebbero preferito che la valutazione tout court venisse procrastinata al ritorno in presenza scegliendo di dare, al momento e per le classi non terminali,  la massima importanza all’aspetto formativo della stessa più che al mero aspetto burocratico. Molte le ragioni di questa opinione, le stesse che hanno complicato la messa in opera della didattica a distanza quale strategia emergenziale: l’ineguale erogazione del servizio, in parte per limiti di strumenti( connettività e device), per differenze di possibilità ma anche il mutamento , nella fase di emergenza, di tutto il sistema consolidato di regole entro le quali gestire la relazione educativa.

Erika Picariello

Flc Cgil