Vecchia (Lega): Avellino, Genovese sì, ma con civiche chiaramente di centrodestra

Il sindaco uscente di Cassano Irpino si appresta alla corsa per il quarto mandato consecutivo. Dal segretario provinciale della Lega gli scenari per la città capoluogo e le europee

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Ivana Picariello

Si sta preparando alla quarta campagna elettorale a Cassano Irpino, il sindaco uscente Salvatore Vecchia,  anche nel pieno del confronto con le altre forze politiche, nella veste di segretario provinciale della Lega. L’otto e nove giugno ci sono le elezioni amministrative nel suo Comune, in altri 41, alle Europee. E poi c’è Avellino, dove la Lega traccia una linea ben precisa.

Che ne pensa dei sindaci a vita nei piccoli comuni come il suo?

«No, non credo sia proprio così, né ritengo che essere in carica sia un vantaggio per la riconferma. Non è scontato. Lo dico spesso anche ai miei concittadini, che ringrazio perché mi vogliono bene. Il sindaco è il primo punto di approccio del malessere, spesso su di lui scarichi i tuoi problemi, e allora, se sei bravo essere in carica è un vantaggio perché puoi portare in dote i risultati, ma se non lo sei, uscente non è un vantaggio. Con ciò non dico di essere bravo, ma credo che questo meccanismo regoli tutto il processo».

Quali sono gli scenari a Cassano Irpino, in vista del voto di giugno?

«Non penso si proporrà una lista di alternanza del governo del paese. Credo invece che la composizione del Consiglio cambierà almeno del 50%. Abbiamo raccolto la disponibilità degli uscenti, e registrato un po’ di disinteresse di qualcuno che sostituiremo con persone speriamo più motivate. Cercheremo di far entrare dei giovani, ma il dato anagrafico non sempre è garanzia di impegno, per cui cercheremo di dare spazio soprattutto a chi ha tempo, passione e capacità di coinvolgimento».

Una sola lista alla fine?

«Arriveremmo a due compagini per concludere il Consiglio: dobbiamo anche scongiurare il rischio di qualche lista dall’esterno, come capita nei comuni sotto i mille abitanti. Ci sarà una lista civetta forte, e i candidati faranno una campagna elettorale motivata, per un voto significativo, per la piena partecipazione in Consiglio».

Che bilancio consegna?

«Cassano è un cantiere aperto: sette milioni e mezzo, undici cantieri. I miei consiglieri spesso mi riconoscono il merito rispetto ai risultati conseguiti, ma sono io a ringraziare loro per la fiducia che mi accordano. La mia squadra funziona perché siamo anzitutto amici: il nostro è una rapporto di stima, evitiamo sovrapposizioni, agiamo in autonomia ed efficacia. Quella fiducia, poi, mi consente di prendere delle decisioni in tempo reale».

Passiamo ad Avellino. Qual è la posizione della Lega?

«Su Avellino ci stiamo muovendo per individuare un candidato che possa vincere le elezioni con il centrodestra: c’è uno scenario che prevede simboli di partito, ma non ci picchiamo su questo, però siamo anche  disposti a concorrere con una civica, ma in una coalizione che sia tale, cioè senza simboli ma chiaramente collocata nel centrodestra. Il nostro problema è che il sindaco di Avellino, negli enti sovracomunali, deve  avere una chiara connotazione di centrodestra».

Significa che così facendo la Lega convergerebbe su Rino Genovese?

«Vorrei ricordare che è stato il sottoscritto a indicare Rino Genovese, durante la sagra della castagna di Cassano Irpino. Però lo ripeto a Rino: fino a quando ci fa una richiesta di liste civiche, nel senso di partiti senza simboli, per noi non è un problema. Che poi la coalizione si debba allargare ad altre forze civiche, neanche è un problema, ma il risultato finale è che il sindaco debba collocarsi nel solco del centrodestra e che le liste civiche non vadano da destra a sinistra. Questo non va bene».

Chiudiamo sulle Europee.

«Ci è stata chiesta la disponibilità di un candidato per la Lega di Avellino, al momento non c’è. Verificata la disponibilità di Marika Grande, non la escludo, ma al momento non è in campo. Nel caso, potrebbe anche essere. Ovviamente, il fatto che nella lista della Lega ci siano big del tipo, uno, sicuramente Aldo Patriciello, due, Massimo Casanova, i recordmen delle preferenze, è chiaro che spaventano un po’. Del resto, credo che la scelta di D’Agostino sia dettata dalla presenza di competitor in lista imbattibili. Ha prima avuto una interlocuzione molto lunga con Salvini, poi avrà immaginato di avere terreno più con Forza Italia».