Corriere dell'Irpinia

Verso una democrazia autoritaria

Gli ultimi avvenimenti ed i comportamenti dei politici, dentro e fuori dal Parlamento, hanno evidenziato, ancora una volta, lo scollamento che c’è tra Paese reale e Istituzioni. Un numero sempre maggiore di cittadini non si riconosce più nei partiti, non ha più fiducia né stima dei politici, o meglio, di coloro che fanno politica, spesso per il solo loro tornaconto e sono costantemente alla ricerca di una fetta di potere da gestire o, nella migliore delle ipotesi di assicurarsi un vitalizio, non potendo contare in una rielezione sicura.

Il malessere è evidente e, spesso, sfocia in manifestazioni di piazza nelle quali si inseriscono mestatori di professione, fascisti di antica fede, che aizzano la folla e la spingono alla violenza come è successo con l’assalto alla CGIL. I partiti populisti di Salvini e della Meloni che parlano alla pancia e non alla mente, per accattonare i loro voti, non hanno il coraggio di fare piazza pulita al loro interno offrendo loro una sponda politica. Salvini, poi, sta con un piede al governo e con l’altro nelle piazze a guidare la rivolta con la Meloni. L’applauso, continuato e sguaiato, delle destre al Senato che affossava il DDL ZAN sull’omofobia, è un altro schiaffo ai diritti individuali e alla società civile. Come se non bastasse si aggiungono, poi, le proteste e i cortei in molte piazze d’Italia di un gruppo estremamente minoritario ma non per questo meno pericoloso di NO VAX e NO GREEN PASS che, in nome di una presunta violazione dei diritti individuali, si rifiutano di vaccinarsi, protestano contro il Green pass e pretendono tamponi gratuiti. A loro offrono una sponda culturale e politica, in nome di diritti individuali calpestati, alcuni intellettuali di sinistra, da Cacciari a Freccero, che hanno il solo difetto di un’analisi parziale facendo ricadere su una presunta dittatura emergenziale sanitarie ed economica le cause di una deviazione in regime di maggiore decisionismo della nostra democrazia fino a sfiorare la dittatura.

Sulla deviazione della democrazia in senso di maggiore autoritarismo non si può non concordare. Se ne discute da anni ed Eugenio Scalfari, già al tempo del governo Renzi – un uomo solo al comando- coniò il termine di “democratura” per significare una democrazia che volge alla dittatura in nome del decisionismo. Oggi ci siamo dentro fino al collo con il beneplacito e il consenso di tutti i poteri forti, dalla Confindustria agli imprenditori e di quasi tutti i giornali che sono loro espressione. Sulla poco democraticità di imporre – anche se in via indiretta tramite il green pass- l’obbligo di vaccinarsi la gran maggioranza (85%) ha risposto positivamente. Si discute sul reale numero dei morti, dei quali pochissimi sarebbero quelli per Covid e sui pericoli dei vaccini, contestando i pareri e i consigli della scienza medica. Forse sarebbe stato meglio imporre la vaccinazione obbligatoria e le leggi e la stessa Costituzione ne davano ampia possibilità, perché il diritto alla libertà non può violare quella degli altri e la salute è un obbligo dello Stato. Né si può sottovalutare che i vaccini hanno salvato centinaia di migliaia di vite umane.

Come se non bastasse, in questa deriva democratica, di moralità e di senso dello Stato si innesta la candidatura, dichiarata dall’interessato e strombazzata- senza il minimo pudore- da politicanti al seguito e da tutta una schiera di servi, maggiordomi, giornalisti iscritti a libro paga e di leccaculi, di Berlusconi al Colle al posto dei quel galantuomo di Mattarella.  Berlusconi non ha nessun requisito, anche minimo, di poter aspirare al Colle. Come politico è dovuto fuggire da palazzo Chigi dalla porta di servizio, come uomo, poi, è assolutamente improponibile: Chiedere alla moglie Veronica Lario per conferma o leggersi il bel libro di Ilda Boccassini “La stanza numero 30, cronache di una vita” Feltrinelli editore, per rinfrescarsi la memoria. Puttaniere emerito, satrapo, inventore del bunga /bunga nelle cene cosiddette eleganti di Arcore dove si faceva prostituzione (vedi recente sentenza della Cassazione), pregiudicato e condannato per truffa contro lo Stato, uscito indenne da altre decine di processi per leggi ad personam, prescrizioni e depenalizzazione di reati fatti approvare da una schiera di avvocati portati appositamente in Parlamento, in odore di rapporti con la Mafia …. E ci fermiamo qui per carità di patria. La comicità non sempre fa ridere, talvolta fa piangere. L’aggravante è il modo nel quale se ne parla che “ancor m’offende”.

di Nino Lanzetta

Exit mobile version